
Artivismo, intermedialità, sperimentazione: tutto in una sola rivista
di Mailè Orsi
In piena pandemia, nel fatidico 2020, nasce all’Università degli Studi di Milano una nuova rivista dedicata all’artivismo: Connessioni Remote. Direttore Anna Maria Monteverdi (Statale di Milano), vicedirettore Laura Gemini (Università di Urbino). Se il primo numero è interamente dedicato alla figura e al lavoro di uno dei più importanti artivisti italiani, Giacomo Verde, il secondo è un tentativo di ripercorrere, grazie ai contributi giunti da studiosi di tutto il mondo, i presupposti storici e teorici di questo particolare campo di azione e, allo stesso tempo, di aggiornarne lo studio, riflettendo sui nuovi temi e sui nuovi luoghi dell’azione artivista, che coinvolgono sempre più il mondo online del digitale e dei social network.
La rivista, open access (open science) ha la particolarità di accogliere al suo interno anche la voce degli artisti (cosa inconsueta per una rivista accademica) e di favorire un dialogo fra artisti e studiosi.
Ma di cosa si tratta quindi? Che cosa è l’artivismo?
L’artivismo è un campo di azione complesso, in cui rientrano sia l’opera di artisti impegnati nell’attivismo politico, che l’azione di attivisti che utilizzano performance e creatività nelle loro manifestazioni (che si colorano anche di una valenza estetica)
Giacomo Verde lo descriveva così: “Per me l’artivismo è tale quando una creazione artistica si accompagna coscientemente ad una azione politica o quando è cosciente del valore politico che mette in campo”, ricordando comunque che “L’arte, in quanto azione pubblica, è sempre politica anche se non vorrebbe”. Si tratta quindi di una doppia azione: “Nel campo attivista dare più spazio alla comunicazione creativa e nel campo artistico aumentare il senso di responsabilità politica delle proprie scelte”.
In questo campo complesso, viene quindi messa in discussione la (presunta) autonomia di due aree come arte e politica. Presunta perché se seguiamo le riflessioni di Verde scopriamo che, proprio come quando si parla di comunicazione (“non si può non comunicare”), anche per quanto riguarda l’arte non si può evitare di fare una scelta sul suo ruolo: un gesto artistico ha sempre un connotato politico, sia che si impegni esplicitamente e volontariamente, sia quindi attivista, sia che si astenga dal farlo, mostrando quindi una scelta precisa.
Scorrendo gli articoli contenuti in Connessioni Remote è possibile farsi un’idea più approfondita delle varie manifestazioni artivistiche: delle opere, dei diversi movimenti e artisti, e, in particolare, dell’importanza rivestita da queste azioni soprattuto in certe zone del mondo. Ad esempio in Cile, dove i flash mob hanno assunto un’importanza e un peso davvero considerevole nella lotta per il cambiamento politico degli ultimi anni.
La lettura è un’immersione in questo argomento e mette a disposizione un importante bagaglio di concetti, strumenti per affrontare le singole manifestazioni ma anche per interrogarsi e interrogarle. Per riflettere sul ruolo dell’arte e degli artisti, sulla modalità della loro azione e presenza, sull’uso e il ruolo delle tecnologie digitali, ma anche sulle nuove (e urgenti) tematiche affrontate. Negli ultimi anni infatti l’artivismo ha ampliato la sua prospettiva di intervento: “dalla fotografia etica alle campagne antispeciste, dall’intersectionality alle battaglie sull’equità LGBTQ, ai movimenti gender pay gap e woman empowerment”.
Una lettura quindi che vale davvero la pena e che, sebbene si tratti di una rivista accademica, non risulta eccessivamente ostica al lettore comune; che diventa non solo un modo per scoprire un mondo artistico forse poco conosciuto, ma anche per riconnettersi alla realtà, alla comunità, alla pratica della comunità, visto che quello che caratterizza queste azioni, considerato l’intento politico, è la connessione stretta con problemi nel reale, o in ogni caso della comunità, del tessuto sociale, che si passi o meno attraverso la rete.
Buna lettura: https://riviste.unimi.it/index.php/connessioniremote
Venerdì, 21 maggio 2021
In copertina: Cover del secondo numero di Connessioni Remote.