C’è chi li proibisce, noi ve li facciamo scoltare
di La Redazione di InTheNet
Siamo in estate: tempo di tormentoni a bordo spiaggia firmati da artisti che, spesso, durano quanto una stagione. Chi si ricorda di Raf? Quasi nessuno, ma Self Control furoreggiò nel 1984; e Vamos a la playa dei Righeira, nel 1983. Mentre Tropicana del Gruppo italiano, si contendeva le radio, lo stesso anno! Risalendo di un paio di decenni, potremmo citare il campione del genere, Edoardo Vianello con Siamo i Watussi e Abbronzatissima, entrambe del 1963, o Guarda come dondolo dell’anno precedente.
Il viale dei ricordi o… del tramonto potrebbe continuare a lungo tra passato e passato prossimo, ma per questa estate vorremmo fare un piccolo atto di ribellione visto che, oltre agli atleti russi, l’Occidente ha anche bandito i cantanti – chiudendo il canale YouTube di Ярослав Юрьевич Дронов, in arte Shaman, e proibendo addirittura la canzone Русский Мир (Pace russa/Mondo russo) di Олег Газманов (Oleg Gazmanov).
Al di là che non ci piace chi ci impone cosa ascoltare, leggere o vedere, cosa avranno mai di così ʻpericoloso’ i loro testi? Il singolo Я Русский (Io sono russo), Shaman lo ha pubblicato nel luglio del 2022: molto orecchiabile e con un ritornello che invoglia a sentirsi tutti russi, potete ascoltare la canzone con sottotitoli in italiano qui:
Ovviamente c’è un pizzico di orgoglio e amor patrio che forse farà venire l’orticaria a qualche ucraino e ai nostri politici che vogliono ʻspezzare’ la Russia – come aveva promesso di fare il gaddiano Primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate con i greci e gli allora sovietici… Ma Toto Cotugno (molto amato in Russia) non cantava L’Italiano? In cui non solamente aveva incluso questo verso: “Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente / E un partigiano come presidente” (erano i begli anni di Sandro Pertini) ma anche: “Lasciatemi cantare / Perché ne sono fiero / Sono un italiano / Un italiano vero”. Non molto diverso da quanto rivendica Shaman: “Un vento libero vola sopra di me, / È proprio come me. / E voglio solo amare e respirare, / E non ho bisogno di nient’altro. / Sono fatto così e non puoi spezzarmi, / E tutto questo perché / Io sono russo, / Vado fino alla fine…/ Io sono russo, / A dispetto del mondo intero”. Non ne dubitiamo – come nel 1709, 1812, 1918, 1941…
Il secondo artista e Oleg Gazmanov, la cui Русский Мир
https://disk.yandex.ru/i/lCUZEky1Rza-XA
è stata talmente boicottata, che è quasi impossibile ascoltarla in Occidente. Qui il rock si fa decisamente più heavy e alcune posizioni politiche di Gazmanov, sostenitore dell’indipendenza del Donbass, non sono affini agli interessi della NATO, ma la sua canzone cosa dice di così ʻpericoloso’ da dover essere bandita? Il problema è che il Mondo russo o la Pace russa (titolo della stessa) è parte di quella filosofia politica che si fa discendere dal Presidente Putin e che mette in dubbio non solo l’egemonia statunitense e dell’‘Occidente delle regole’ ma pone le basi per un nuovo ordine mondiale – quel multipolarismo che, per la UE e gli States (o per meglio dire, per l’autocrazia finanziaria transnazionale oggi al potere), è sacrilegio, in quanto antitetico alle ‘verità uniche’ e alla visione ‘democratica’ che stiamo sbandierando dalla caduta del Muro di Berlino – per poterci arricchire sulle spalle dei popoli del resto del mondo.
Ma veniamo al testo e analizziamo giusto qualche frase (tratta da https://plyric.com/олег-газманов-oleg-gazmanov-русский-мир-the-russian-world-traduzione-italiana).
Le strofe che, probabilmente, infastidiscono di più riguardo al multipolarismo sono queste: “Pace, il mio Paese è il migliore del mondo! / La nostra generazione intraprenderà un nuovo percorso. / Stiamo andando avanti: questo è il nostro momento!”. Mentre sicuramente il richiamo a quanto sta accadendo in Donbass (ma con una nota malinconica verso l’Urss) è qui: “Quando l’Unione è crollata e sono stati eretti i confini / Parte della patria è rimasta fuori dal Paese. / Non abbandoniamo la nostra, non la lasceremo dietro la collina. / Chi offende la nostra se ne pentirà più tardi. / Chi ha distrutto monumenti e rimescolato tombe / Lo saprà: il mondo russo entra con l’armatura scintillante!”. In tempi di guerra, una certa dose di retorica va da sé ma sulla distruzione dei monumenti così come sulla richiesta dei russofoni della Crimea o del Donbass di riunificarsi con la Russia non si può dubitare – anzi, proprio il Presidente Putin ha sostenuto, per anni, l’autonomia di Donetsk e Lugansk all’interno dei confini ucraini, e il rispetto dei Protocolli di Minsk I e II, con decisione e fiducia (mal riposta) nei partner europei.
Ovviamente, non pensiamo che questa possa diventare una canzone di successo in Ucraina; ma perché impedire che la si ascolti su YouTube? Se non la si condivide, si può semplicemente non linkarla. Dopodiché, se si preferisce, YouTube offre un’ampia scelta di canzoni che la nostra redazione non ascolterà mai, del tipo: Faccetta nera con l’intero album Canti e inni originali del Ventennio; ma anche il concerto della banda nazionalsocialista con Hitler, Hess e altre gerarchie naziste e l’applauso del pubblico a fine concerto; per non dire nulla de Il Piave mormorò…
venerdì, 9 agosto 2024
In copertina: Shaman by Okras – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12115074