Il green non sempre è eco-compatibile
di Simona Maria Frigerio
Partiamo da lontano. A maggio 2022 il tribunale di Cagliari aveva rinviato a giudizio i Capi di Stato Maggiore in servizio nel periodo 2009/2015 per il disastro ambientale nei poligoni di tiro di Quirra-San Lorenzo, Capo Frasca e Teulada – a causa dall’uso di armamento all’uranio impoverito e torio. Nello stesso periodo la NATO annunciava una esercitazione congiunta con oltre 4mila soldati provenienti da sette Paesi, a bordo di oltre 65 navi, sottomarini, aerei ed elicotteri di fronte alle coste che si estendono da Villasimius a Muravera, da Cala Pira a Capo Ferrato, da Capo San Lorenzo a Murtas.
In un quadro ufficialmente idilliaco come le acque in apparenza cristalline della Sardegna, in realtà, da anni, i venti di guerra e l’inquinamento con materiale radioattivo sono una realtà occultata dai media e dalla politica anche perché controproducenti per quella che resta, forse, la voce a bilancio più positiva della Regione, ossia il turismo.
Ma a questo scempio adesso si aggiungerà la produzione su larga scala di energia eolica e fotovoltaica, on e offshore, da trasportare (come buoni vicini in un Paese, però, ad autonomia differenziata) in Sicilia e, da lì, in altre regioni italiane. Per farci spiegare meglio cosa sta accadendo e perché è nato il Comitato No Tyrrhenian Link, abbiamo contattato l’avvocata Giulia Lai, portavoce dello stesso per la zona di Quartu.
La prima domanda sembra ineludibile: a cosa vi state opponendo?
Giulia Lai: «Come Comitato noi ci occupiamo solamente del Tyrrhenian Link (1) e non dei parchi eolici o fotovoltaici che saranno costruiti. Il Tyrrhenian Link sarà necessario alla trasmissione e alla distribuzione di energia. Si tratterà di un cavo in parte sottomarino che trasporterà un GigaWatt all’ora di energia e che unirà la Sardegna alla Sicilia e da quest’ultima arriverà in Campania e poi in Nord Italia. In tutto il cavo sarà lungo circa 900 km. Il progetto è stato dichiarato – ma non sappiamo precisamente da chi – di “interesse nazionale strategico” per la stabilizzazione della rete energetica. Al contrario, secondo noi, vi è una incompatibilità logica ma anche giuridica in quanto la Direttiva europea, quando ha stabilito le priorità della transizione energetica, ha anche elencato i criteri di attuazione e ha imposto che la stessa avvenisse rispettando il principio di prossimità e di sussidiarietà. Nonostante ciò, si è imposto ai sardi un cavo che non ci serve – dato che noi potremmo produrre solo l’energia per l’autoconsumo – sì da trasportare il surplus di MegaWatt di energia, prodotta nella nostra Regione, ma che non serve al territorio. E si badi bene che la Sardegna ha già in dotazione due cavi, il SACOI (2) e il SAPEI (3), che ci collegano con il resto d’Italia. Malgrado ciò si è deciso di investire su questa enorme infrastruttura energetica, che costerà 3,7 miliardi di euro di cui 1,3 provenienti direttamente dall’Unione Europea».
Quali aziende sono interessate al progetto?
G. L.: «Il Tyrrhenian Link è un progetto elaborato da Terna, che è una società per azioni controllata da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (4). Per noi è la dimostrazione che qui in Sardegna si sta attuando la cosiddetta ‘speculazione energetica’. Ribadisco, la nostra regione – per il fabbisogno dei propri cittadini – ha bisogno di un tot di GigaWatt ma, al contrario, lo Stato ha previsto che qui si producano almeno 6 GigaWatt, che sono un’enormità rispetto al fabbisogno locale. Tra l’altro, questo è un limite minimo e non massimo. Tanto è vero che si stanno presentando talmente tanti progetti di produzione di energia che, probabilmente, la Sardegna, alla fine, ne produrrà ancora di più e, per trasportare fuori regione tale surplus di energia, ecco che diviene impellente costruire il Tyrrhenian Link. Quest’ultimo è alla base della speculazione energetica perché se non si costruisse il cavo, non vi sarebbero nemmeno tante richieste di parchi eolici e fotovoltaici on e offshore».
Quali zone saranno interessate dal Tyrrhenian Link?
G. L.: «Il Tyrrhenian Link andrà a impattare su una zona a mare di importanza naturalistica, nel sud della Sardegna. A Terra Mala ci sarà il punto di approdo del gigantesco cavo di Terna, che poi attraverserà una parte di Quartu, andando a imporre delle servitù di elettrodo nei terreni privati di centinaia di persone. La cosa ancor più grave è che le batterie di accumulo saranno installate nell’agro di Selargius, zona agricola a ulivi, vigneti e agrumeti, già interessata da una stazione di Terna e che si vedrà erodere i 17 ettari di territorio rimanenti, dove non solamente vi sono aziende produttrici ma anche persone che ci vivono. Quindi, il cavo avrà un impatto non solamente ambientale ma sociale».
Vi saranno compensazioni per la popolazione locale? E come si sta ponendo la politica locale di fronte alla cittadinanza?
G. L.: «Le amministrazioni comunali sono totalmente assenti. L’unica parte del progetto utilizzatorio in cui sono coinvolti i Comuni è quella delle compensazioni. Terna ha trattato direttamente coi sindaci. E però a Selargius e a Termini Imerese, che è l’approdo in Sicilia, sono stati previsti 10 milioni di euro di compensazione; mentre a Quarto soltanto 500 mila euro. Di fronte a tali incongruenze e alla domanda su quali basi siano state definite tali compensazioni, le amministrazioni locali rispondono non ricevendoci, non ascoltandoci, né convocando Consigli comunali aperti, ove anche la popolazione possa intervenire, nonostante le nostre richieste formali in tal senso. Solamente il Sindaco di Selargius pare essere tornato sui propri passi, facendo un ricorso al Capo della Stato. Qui a Quartu, al contrario, si è aperto un fronte di lotta per difendere la democrazia perché il cavo andrà a creare delle servitù nella stessa Quartu e degli espropri a Selargius – come da avviso pubblico dove sono indicati i nomi di centinaia di persone. Alessandra Todde, Presidente di Regione (5), nonostante in campagna elettorale abbia detto che Terna si era comportata in maniera prepotente con le popolazioni in quanto non aveva convocato i dibattiti pubblici, dopo le elezioni ha praticamente chiuso alla discussione affermando che il Tyrrhenian Link non si rinegozia. Va sottolineato che di fronte a infrastrutture energetiche così impattanti e costose, il tema avrebbe dovuto rispettare le norme sul dibattito pubblico che sono previste dal Codice dei contratti pubblici (6). Terna ha organizzato delle riunioni online in autunno del 2021 per presentare il progetto, senza coinvolgere la popolazione, la quale era ignara che sarebbero avvenute tali riunioni (7). Quindi, tutto il procedimento è avvenuto all’oscuro della popolazione. E ora noi ci ritroviamo a fare, ad esempio, un presidio h24 in un terreno che sarà espropriato. Per questo motivo abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica, in quanto sono state violate le norme sul Dibattito pubblico».
Ha letto del Disegno di Legge 1660, che di fatto proibirà la resistenza passiva e le manifestazioni che osteggiano le opere di pubblica utilità?
G. L.: «Potrebbe essere la ciliegina sulla torta. La politica sa benissimo che certe Regioni, in primis la Sardegna, saranno utilizzate come hub energetici per il resto d’Italia. Sembra quasi che abbiano previsto che le popolazioni si rivolteranno contro tali scelte e, di conseguenza, hanno deciso di inasprire le norme contro il diritto a manifestare. Come avvocato, ho difeso i pastori che sono stati assolti per il blocco stradale del 2019 (8) – dopo la Legge introdotta da Salvini – e ho avuto grosse difficoltà, perché ci siamo trovati a dover affrontare dei processi di fronte ai tribunali collegiali e i pastori rischiavano 12 anni di carcere per aver sversato del latte sulla strada. Si può immaginare cosa succederà se le amministrazioni e lo Stato non ascolteranno i sardi, che stanno gridando a gran voce che 6 GigaWatt sono un’enormità rispetto al nostro fabbisogno e che rovineranno il paesaggio, l’ambiente e il nostro tessuto sociale. Noi non siamo contro la transizione energetica ma vogliamo che sia fatta nel rispetto delle comunità, ossia in base agli stessi principi che ha dettato l’Unione Europea: proporzionalità, prossimità, sussidiarietà. Qua si prevedono parchi eolici enormi a disturbare luoghi in cui c’è un silenzio assoluto perché la bellezza è il paesaggio, luoghi dove si trovano reperti archeologici di importanza mondiale, per trasportare l’energia fuori dalla Sardegna. Se non ci fosse il progetto del Tyrrhenian Link va da sé che tutti questi progetti di eolico e fotovoltaico così impattanti non sarebbero nemmeno pensabili».
(1) Terna S.p.A.: https://www.terna.it/it/progetti-territorio/progetti-incontri-territorio/Tyrrhenian-link
(2) Da Wikipedia: Il collegamento a corrente continua Italia–Corsica–Sardegna (anche chiamato SACOI, ovvero Sardegna–Corsica–Italia) è un’interconnessione HVDC utilizzata per lo scambio di energia elettrica tra la terraferma italiana, la Corsica e la Sardegna
(3) Da Wikipedia: SAPEI (acronimo di SArdegna-PEnisola Italiana) è un cavo elettrico sottomarino ad alta tensione e corrente continua (HVDC), lungo 420 km (435 se si considera anche il tratto terrestre), che corre tra la Sardegna e il Lazio, passando a 1600 metri sul fondale del Mar Tirreno
(4) Attualmente Terna S.p.A. è una società per azioni controllata da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. per il 29,85%, Retail 13,7%, Investitori istituzionali italiani 4,0%. Inoltre, Investitori istituzionali esteri di cui: 24,7% Usa/Canada, Uk/Irlanda 8%, Europa (ex Uk) 14%, Medio Oriente/Asia/Australia/Africa 5,8%. Blackrock è tra i Fondi speculativi che possiedono azioni di Terna: il 15 aprile 2024 ha superato la soglia del 5%, quella legata alle partecipazioni rilevanti. Tra gli altri investitori stranieri: Lazard Asset Management, The Vanguard Group, Pictet Asset Management, Atlas Infrastructure Partners e Norges Bank Investment Management
(5) Iscritta al Movimento 5 Stelle, la Presidente è stata votata come rappresentante del centro-sinistra in Regione Sardegna il 25 febbraio 2024
(6) Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 76 del 10 maggio 2018 che disciplina le modalità di svolgimento, le tipologie e le soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico, attuativo dell’articolo 22, comma 2, del Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. 50/2016), nel testo modificato dall’articolo 12 del D. Lgs 56/17. Si tratta di un modello di democrazia partecipativa destinato agli interventi maggiori (elettrodotti oltre 40 km; strade e autostrade che prevedono un costo superiore a 500 milioni di euro, etc.)
(7) Ricordiamo che nel 2020 si era in pieno periodo pandemico
(8) Dopo 4 anni i pastori sono stati assolti perché il “fatto non costituisce reato”. Erano accusati di blocco stradale per le proteste legate al prezzo del latte del 2019. La PM, Ilaria Bradamante, aveva chiesto una condanna a 8 mesi per tutti e quattro (fonte: Ansa)
venerdì, 16 agosto 2024
In copertina: Il logo di No Tyrrhenian Link