Una lettera per ragionare sul crollo dell’Impero di Occidente
di Maurizio Prescianotto (traduzione lettera di Zuckerberg di Simona M. Frigerio)
Mark Zuckerberg, il miliardario presidente e Ceo di Meta, ha ammesso finalmente – in una lettera alla Commissione Giustizia della Camera US (1) – di avere censurato post su Facebook che avrebbero dato una visione diversa della pandemia di Covid-19, a causa delle pressioni della Casa Bianca; ma anche – date le pressioni dell’FBI – in attesa del beneplacito di fantomatici fact-checker che non si sa chi abbia ‘unto’ per raccontare la sola e unica, incontrovertibile verità fideistica, di aver ‘demoted’ (il che equivale a cancellare dalla rete) lo scandalo degli intrallazzi dei Biden (gli stessi che ci hanno condotto alla guerra contro la Russia) prima delle elezioni presidenziali – non intenzionalmente ma certamente favorendo il candidato Dem.
Traduciamo i tre passaggi della lettera – che alleghiamo per intero in inglese – e lasciamo alla penna di Maurizio Prescianotto commentare questi tempi sempre più bui, sempre più simili a quelli del Minculpop. Tutto ciò perché per anni alcuni sono stati additati come terrapiattisti, altri come assoldati dalla disinformazione Made in Russia e, al contrario, è oggi Zuckerberg ad ammettere non solamente che non era così, ma soprattutto che in uno Stato autenticamente democratico la pluralità di opinioni è una risorsa, e la cosiddetta disinformazione è – come sempre rivendicato da queste pagine online – contro-informazione. Mentre Pavel Durov, agli arresti domiciliari, deve firmare come un criminale comune, chiediamoci anche perché tanto accanimento per decrittare i nostri messaggi su Telegram e un silenzio assordante circondi quelli via Whatsapp di Bourla/von der Leyen… O perché censurare la satira in tempo di Covid-19, quando si pensi a quanto infastidiva Tano Badalamenti la feroce ironia di Peppino Impastato su Radio Aut: una risata li seppellirà?
(La Redazione di InTheNet)
Cosa dice esattamente la lettera di Mark Zuckerberg
Nel 2021, alti funzionari dell’amministrazione Biden, inclusa la Casa Bianca, hanno fatto pressioni ripetute sui nostri team per mesi al fine di censurare alcuni contenuti sulla Covid-19, inclusi quelli satirici o con humor, e hanno espresso molta frustrazione nei confronti dei nostri team quando non eravamo d’accordo. In sostanza, era nostra la decisione se cancellare i contenuti, e riconosciamo come nostre le decisioni, inclusi i cambiamenti relativi alla Covid-19 applicati a seguito di dette pressioni. Credo che le pressioni governative fossero sbagliate e mi spiace che non si sia stati più netti al riguardo. Penso altresì che abbiamo preso alcune decisioni che, col senno di poi e le nuove informazioni, non rifaremmo oggi. Come ho detto ai nostri team a suo tempo, sento con forza che non dovremmo fare concessioni sugli standard dei nostri contenuti a causa di pressioni provenienti da qualsiasi Amministrazione, in una direzione o nell’altra, e siamo pronti a respingerle se qualcosa di simile avvenisse nuovamente.
In un’altra situazione, l’FBI ci ha avvertiti di una potenziale operazione di disinformazione russa riguardo la famiglia Biden e Burisma nel periodo che precedeva le elezioni del 2020. Quell’autunno, quando abbiamo visto il reportage del New York Post con le accuse di corruzione che coinvolgevano la famiglia del candidato democratico alle presidenziali, Joe Biden, abbiamo trasmesso la storia ai fact-checker per un controllo e reso quasi introvabile (demoted), temporaneamente, la stessa mentre attendevamo la risposta. Da allora si è chiarito che non si trattava di disinformazione russa, e retrospettivamente, non avremmo dovuto rendere la storia praticamente introvabile. Abbiamo cambiato le nostre politiche e i processi per essere sicuri che questo non accada nuovamente e, per esempio, non rendiamo temporaneamente introvabile qualcosa negli States mentre attendiamo il responso dei fact-checker.
A parte la moderazione dei contenuti, voglio parlare dei miei contributi durante le passate presidenziali per supportare l’infrastruttura elettorale. L’idea era assicurarsi che le giurisdizioni elettorali locali nel Paese avessero le risorse necessarie per aiutare le persone a votare in maniera sicura durante la pandemia. Ho dato tali finanziamenti attraverso la Chan Zuckerberg Initiative. Erano finalizzati per essere distribuiti in maniera bipartisan nelle comunità urbane, rurali e suburbane. Tuttavia, nonostante le analisi che ho visto mostrino diversamente, so che alcune persone credono che tale lavoro abbia beneficiato un partito rispetto all’altro. Il mio obiettivo è di essere neutrale e di non giocare alcun ruolo da una o dall’altra parte e persino di non sembrare che giochi alcun ruolo. Quindi non penso che darò un contributo simile in queste elezioni.
L’opinione di Maurizio Prescianotto
Sembra che il nostro primatismo occidentale sia in crisi economica – culturale – valoriale come in epoca post-rinascimentale, XVI° sec. Allora i poteri feudali, clericali e corporativi a seguito della scoperta di nuove rotte di navigazione, l’istituzione di nuove forme di raccolta e organizzazione di capitale, finanza e sfruttamento/saccheggio di risorse dall’Africa all’Asia e fino all’America, risposero con la Controriforma cattolica (il Concilio di Trento), coi Tribunali della Sacra Inquisizione che stabilivano il ‘conforme e l’inconforme’, coi censori e delatori che ebbero ruolo primario nell’intimidire il popolo tenuto ignorante quando manifestava ribellione.
Le nostre valli alpine del XVII° secolo sono state riempite di campanili e culti religiosi oscurantisti come il Sacro Cuore di Gesù, l’installazione di Crocifissi e Tabernacoli a ogni incrocio per ricordarci di non aspettarci nulla dalla vita terrena, accettando lo sfruttamento schiavistico padronale. Terrorizzando con l’istituzione di processi e condanne al rogo gli inconformi di turno – fossero Galileo Galilei o le Lucia Cavedem di Rovereto (Trento) cantate da Ivano Fossati in Lunario di settembre/Discanto (2). Come andò a finire oggi lo sappiamo, con la rivoluzione illuminista e la ghigliottina che tagliarono irreversibilmente la testa al potere assoluto di monarchi e papi seppur coi limiti che riconosciamo al IV° Stato che s’illuse di realizzare la rivoluzione proletaria nel XX° secolo solo in alcuni Stati – senza ascoltare il rifugiato teorico materialista storico di Treviri (3) che da confinata la riteneva irrealizzabile.
Oggi il cosiddetto ‘giardino occidentale – il miliardo d’oro’ resta sgovernato, dopo l’apoteosi consumista Cresci – Consuma – Crepa del XX° secolo (dagli anni 50 agli 80), dalla supponente residuale élite finanziaria, digitale, borghese, neoconservatrice e liberista, scoprendosi numericamente, economicamente, culturalmente, superato dal nuovo ordine mondiale coi 7 miliardi cresciuti nella ‘feroce giungla’ che, nel frattempo, reclamano una nuova legittimità e l’affrancamento dal subire regole di scambio sfavorevoli, vedi BRICS++++.
Le senescenti élite giardiniere necessitano di rilegittimazione a prescindere, piacente o nolente con ogni mezzo o forma, considerato che i banditori di piazza diventano vieppiú tristi pagliacci incredibili. Incredibile come tentare di dogmatizzare la ‘Scienza’, che richiede aprioristicamente un METODO di LIBERO pensiero e la possibilità di congetturare nuove proposte o soluzioni, la possibilità di elaborare confutazioni, la possibilità di assumere l’enunciato valido fintanto che una nuova congetturazione si dimostri valida senza dogmi e vincoli imposti.
Seduti in Giardino aspettiamo Godot (?) come nel XVIII° secolo. Il nuovo che avanza, confidando di risolvere – seppure manchino l’analisi, il soggetto, l’elmetto e purtroppo stasera abbiamo pure altri impegni alla partita… Ci penseranno, dalla giungla, a svegliare qualcuno nella nostra contrada? O una risata ci seppellirà.
(1)
(2) Ivano Fossati, Lunario di settembre
(3) Karl Marx, nato a Treviri il 5 maggio 1818
venerdì, 13 settembre 2024
In copertina: Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di FaceBook, alla Conferenza stampa circa il Forum e-G8 durante il 37° summit del G8 a Deauville, in Francia, il 26 maggio 2011. Foto di Guillaume Paumier, Wikimedia (particolare)