Il Parlamento Ue obbedisce ai dettami di Washington
di Federico Giusti
La risoluzione votata a grande maggioranza dal Parlamento europeo, per inviare sistemi d’arma tecnologici offensivi sì da alimentare la guerra in Ucraina è passata con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti – ed è uno step ulteriore verso l’intensificazione della Guerra in Ucraina (1).
Solo poche settimane or sono esponenti governativi e parlamentari europei avevano scatenato polemiche nei loro Paesi sui ritardi delle forniture di armi all’Ucraina, invitando le maestranze delle imprese militari a intensificare i ritmi produttivi e rinunciando anche alle ferie per assicurare sistemi di arma tecnologicamente avanzati in grado di portare direttamente la guerra contro infrastrutture e popolazione russa.
Le premesse di questa (guerrafondaia) risoluzione sono molto esplicite: l’Ucraina deve‘difendersi’ pienamente e, per questo, ricevere non solo i tradizionali sistemi di difesa missilistica ma aerei e sistemi tecnologici avanzati, missili a media e lunga gittata per colpire infrastrutture russe. Si stigmatizza ogni eventuale diminuzione degli aiuti militari dei Paesi Ue invitandoli a destinare quote crescenti del loro Pil non solo alla produzione di armi ma anche a investimenti tecnologici per costruire sistemi di ultima generazione.
Viene poi chiesto l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia e reiterata l’accusa diretta di crimini di guerra al fine di perseguire i vertici di quel Paese a livello internazionale. Non una parola si è, al contrario, spesa per i crimini di guerra Ucraini ai danni della popolazione del Donbass.
La risoluzione votata dal Parlamento a sostegno dell’Ucraina “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”: l’obiettivo dichiarato è quello di garantire forniture di armi di ultima generazione per estendere e rafforzare il conflitto attaccando direttamente infrastrutture e popolazione civile in territorio russo.
Non si tratta solo di rispettare l’impegno Ue già assunto nel marzo 2023, che prevedeva la consegna di munizioni e sistemi di difesa aerea: oggi si va verso la massiccia esportazione di armi tipicamente offensive e avanzate tecnologicamente per portare la guerra sul territorio russo e bielorusso.
Nella risoluzione approvata le sanzioni richieste sono rivolte, inoltre, non solo contro la Russia ma anche verso altri Paesi ritenuti ‘alleati’. La Cina entra a pieno titolo nel mirino della Ue, e degli Usa. Ed è proprio la Repubblica Popolare a essere accusato di fornire aiuti militari e tecnologici alla Russia ma discorso analogo vale per l’Iran che l’Occidente intende indebolire per rafforzare la potenza regionale di Israele. E l’arma delle sanzioni è da sempre un diffuso strumento economico e militare per piegare i popoli ai dettami della Nato e degli Usa.
C’è infine un capitolo meritevole di attenzione dato che la confisca dei beni russi congelati dall’UE si tradurrà in rifornimenti militari e aiuti economici al Governo Ucraino.
Il voto di questa Risoluzione ha spaccato i partiti italiani presenti nel Parlamento Europeo. Da notare, tuttavia, l’assenso accordato dagli esponenti del centro sinistra che, in politica estera, sono ormai più guerrafondai del centro destra ove è imperante l’adesione all’atlantismo.
(1) Ricordiamo la risposta del Presidente Putin, già riportata in un altro articolo di questa testata: “L’esercito ucraino non è in grado di colpire con i moderni sistemi a lungo raggio ad alta precisione di produzione occidentale. Non può farlo. Ciò è possibile solo utilizzando i dati di ricognizione dei satelliti, di cui l’Ucraina non dispone: si tratta solo di dati provenienti dai satelliti dell’Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, dai satelliti della NATO. Questo è il primo punto. Il secondo, e molto importante, forse la chiave di tutto, è che i lanci di questi sistemi missilistici possono essere effettuati solo da personale militare dei Paesi della NATO. Il personale militare ucraino non può farlo. E quindi non si tratta di permettere o meno al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i Paesi della NATO sono direttamente coinvolti in un conflitto militare oppure no” (da:
venerdì, 27 settembre 2024
In copertina: Europa, immagine utilizzabile gratis secondo la Licenza per i contenuti di Pixabay