
Da Debora Serracchiani a Hadja Lahbib
di Simona Maria Frigerio
Lewis Prothero, la Voce di Londra del film V per Vendetta, ripete il motto “Forza attraverso l’Unità, Unità attraverso la Fede”. Dal 2020 ci troviamo nella medesima Londra distopica di quel film, tratto da un fumetto forse persino più urticante. E da allora la politica dell’Unione Europea a ogni livello e in ogni Paese continua a martellare sui medesimi tasti: arrivare alla pace attraverso la guerra (prima al virus, ora alla Russia), restare uniti credendo ciecamente in chi ci comanda. La fede in un dio è sostituita da quella per una plutocrazia – involontariamente ridicola, infinitamente arrogante e costantemente alla ricerca del miscredente perché la verità non ammette dubbi e se qualcuno osa smarcarsi è presto bollato, infangato, tacitato, deriso, ostracizzato e, purtroppo, persino perseguitato.
Ma osserviamolo più da vicino questo bel ‘giardino europeo’, in cui pascoliamo come agnelli prossimi alla macellazione. Tutti ricopriamo un incarico commisurato agli studi fatti (gratuitamente grazie al diritto all’istruzione, anche superiore e universitaria), viviamo in case ben riscaldate e condizionate, se ci ammaliamo un’équipe di professionisti ci accoglie immediatamente per visitarci e prescriverci la cura più appropriata, discutendo con noi come esseri senzienti – e non semplici pazienti. Da quando è arrivato l’euro, poi, abbiamo ‘potuto lavorare un giorno in meno e guadagnare come se lavorassimo un giorno in più’; i mezzi pubblici – efficienti, puliti e sempre in orario – ci portano ovunque utilizzando solo energie rinnovabili; l’alta tecnologia europea è invidiata in ogni campo e l’industria rigorosamente green tedesca si è affiancata ai servizi altrettanto eco-compatibili del resto d’Europa, mentre la UE affronta le sfide oceaniche come un transatlantico sicuro tra Paesi in pace e amici.
Aprite gli occhi: perché siete sul Titanic! Potrete ballare finché affonderà, ma comunque sarete voi, questa volta, cibo per pesci.

Le donne al potere
Dal 2020 le donne al potere in Europa (ricomprendendo anche ‘eminenti statiste’ inglesi e moldave, georgiane, bielorusse e ucraine) sembra che si siano trasformate in massa in mobile/social addicted che sproloquiano sui siti e su YouTube (invece che nei rispettivi parlamenti), cancellando i messaggi whatsapp; hanno sostituito il tailleur alla Thatcher con la mimetica grigio-verde e l’elmetto, dimostrando una sotterranea passione per la svastica (tornata prepotentemente di moda) e il saluto romano, oltre che per il velo e il terrorismo islamista (in doppiopetto, of course). Ma soprattutto sono le integerrime fustigatrici della propaganda, attente a qualsiasi obiezione persino quando a muoverla siano povere vittime dei loro machiavellici tranelli (in cui poi cascano loro stesse perché il diavolo fa le pentole, ma i coperchi li fanno negli States…).
E così, in un’Italia che lentamente ma inesorabilmente si sfascia, una rappresentante del Partito erede del pensiero di Gramsci, l’Onorevole Debora Serracchiani, ha tempo (visto che nel giardino europeo non fioriscono problemi ma solo soluzioni) per una interrogazione a risposta scritta (4-04668), presentata nella seduta del 20 marzo scorso, e destinata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Interno, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ovviamente, questi ultimi, non hanno altro da fare – visto che non devono occuparsi di faccende quali chi abbia ordinato che un Falcon decollasse con a bordo un “soggetto” talmente “pericoloso” – tale Almasri, ci pare… – da aver suscitato l’attenzione della Corte penale internazionale, che ha spiccato contro di lui un mandato internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità…
Ma queste, lor signori, entrati senza biglietto nella Fiera delle Vanità, sono inezie a fronte del fatto che domenica 23 marzo 2025, in un hotel di Udine, sarebbe stata “programmata la proiezione di due filmati prodotti dall’emittente «Russia Today», dal titolo «I bambini del Donbass» e «Maidan. La strada verso la guerra»” e che “l’associazione culturale Ucraina Friuli Aps, a firma della sua presidente Viktoriya Skyba, ha in proposito emanato un comunicato di dura critica all’iniziativa, sostenendo che «La Propaganda Russa non si ferma e questa volta fa tappa a Udine»”.
Non entriamo nemmeno nella discussione sulle “«Misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina»”, le quali prevedono il divieto “agli operatori di trasmettere o consentire, facilitare o altrimenti contribuire alla trasmissione di contenuti da parte di persone giuridiche, entità o organismi elencati nell’allegato XV, anche mediante trasmissione o distribuzione con qualsiasi mezzo»”. In effetti tale divieto significa semplicemente che i cittadini europei, a differenza ad esempio di quelli thailandesi, non possono vedere né leggere Sputnik e Russia Today. Ossia si applica una censura preventiva – contrariamente a quanto stabilito non solamente dalla nostra Costituzione in fatto di libertà di opinione e stampa ma anche, per quanto riguarda l’Italia, da quanto ribadito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 155/2002, la quale stabilisce che: “Il diritto all’informazione garantito dall’Articolo 21 deve essere caratterizzato” anche “dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti…”. Amen!
Ma nell’interrogazione, e su questo punto siamo molto piccati come Redazione, si afferma che alla proiezione dei documentari avrebbe partecipato in collegamento anche “Vincenzo Lorusso, promotore di una raccolta firme – rivelatasi piena di nomi palesemente falsi – consegnate nelle mani di Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia e protagonista degli ultimi attacchi contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
Facciamo chiarezza. In primis, le firme false sono state create ad arte da chi ha voluto infangare l’iniziativa, visto che nessuno (e basterebbe collegarsi per accorgersene) può leggere le firme di altri. In secondo luogo, Maria Zakharova non ha attaccato il Presidente della Repubblica Mattarella ma questo parallelo antistorico del discorso dello stesso, relativamente ai fatti che portarono alla Seconda Guerra Mondiale: “Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”.
Ora, con tutto il rispetto per la carica che ricopre qualsiasi Presidente al mondo (sebbene l’Unione Europea rispetti solo quelli compiacenti e compiaciuti e meno quelli indipendenti dalla sua visione politica), va notato che l’Unione Europea è la prima istituzione a non essere pienamente democratica visto che solo la Commissione Europea può proporre le leggi e non è un organo eletto dai cittadini europei; il nostro Presidente dimentica le gravi colpe del fascismo e sorvola sulle guerre italiane di conquista in Africa come in Grecia, e altrove; in terzo luogo, è l’Unione Europea a voler continuare la guerra contro la Russia invece di appoggiare gli sforzi di pace della presidenza Trump e di Vladimir Putin; quarto, la Russia è entrata in Ucraina per impedire a Kyiv di massacrare la popolazione russofona presente in Donbass, già pesantemente minacciata, bombardata e vessata da 8 anni di guerra civile; quinto e ultimo, chi è garante della nostra Costituzione, dovrebbe farsi promotore del dialogo dato che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Per quanto riguarda lo ‘spazio vitale’ – ma questa è solo una sollecitazione alla discussione, non una presa di posizione a priori che implica uno schieramento – non pensiamo sia qualcosa a cui aspira il Paese più vasto al mondo e con le ricchezze energetiche e minerarie probabilmente più rilevanti; bensì forse vi aspira l’Unione Europea e la sua mano armata, la Nato, che hanno un disperato bisogno di fonti energetiche e risorse minerarie per continuare a macinare morte e distruzione.
Infine, alla Onorevole Serracchiani pare importare che si vieti la proiezione di due semplici documentari in quanto: “la manipolazione delle informazioni e la disinformazione sistematiche usate dal Cremlino come strumento operativo di sostegno dell’aggressione contro l’Ucraina” rappresenterebbero “una minaccia consistente e diretta all’ordine pubblico e alla sicurezza dell’Unione europea”. Il che tradotto significa che i cittadini italiani, fin dall’epoca della Covid-19, hanno subito – attraverso la paura e il ricorso a un potere messianico salvifico, denominato ‘scienza’ – una progressiva infantilizzazione. Di conseguenza il potere – che tutto sa – deve farsi carico di istruirci attraverso un’informazione univoca e vietandoci di vedere o ascoltare voci dissonanti che ci causerebbero confusione, in quanto non siamo abbastanza adulti ed edotti da discernere, giudicare e scegliere. In pratica, dobbiamo essere difesi da noi stessi.
Il video di Hadja Lahbib: occorre tornare a insegnarci come lavare le manine
Per spiegarci come dovremmo agire in caso di una non precisata emergenza (taglio dei rifornimenti di gnl Us, virus ingegnerizzato sfuggito da un laboratorio magari in Cina, eruzione del Vesuvio, alluvione o esondazione, terremoto, tsunami, guerra tattica, bomba atomica, invasione marziana?, non è dato sapere…), Hadja Lahbib, la Commissaria europea per la parità, la gestione e la preparazione delle crisi, ci ha mostrato il suo kit piglia-tutto in un video intitolato: “Cosa c’è nella mia borsa? Versione sopravvivenza”. Una clip molto cool, dove una elegante Lahbib seduta un po’ rigidamente, apre la sua borsetta, e ci mostra gli oggetti per far fronte alle prime 72 ore di questa fantomatica e non meglio specificata catastrofe – se durasse di più, il sottotitolo sarebbe: “si salvi chi può”.
Ad esempio, siccome le nostre carte di credito diventerebbero dei ‘semplici pezzi di plastica’, dovremmo procurarci il famoso contante (che fino all’altro ieri doveva scomparire dai nostri portafogli); ma se un’alluvione si trascinasse via il materasso sotto il quale lo avevamo nascosto?, e a cosa ci servirebbe se scoppiassero cinque o sei bombe nucleari e animali e piante diventassero immangiabili?
Dovremmo acquistare anche delle carte da gioco per far passare il tempo, magari mentre attendiamo che la lava ci trasformi in statue pompeiane. Ma non sarebbe meglio un buon libro? No, se siamo dei bambini o degli analfabeti… E dimentichiamoci della mountain bike per salire in fretta sulla prima collina in caso di tsunami (che poi in borsetta mica ci sta!). La radio dotata di pile o il cellulare con un caricabatterie avrebbero senso? Le reti terrestri di comunicazione – sia durante una guerra sia in caso di particolari catastrofi – sono le prime a saltare, quindi sarebbero assolutamente inutili.
Non diciamo nulla sul coltellino svizzero: in caso di alluvione o terremoto forse non sarebbe più utile una fune o una pala? – la seconda per scavare tra le macerie o seppellire velocemente i morti. O la Commissaria pensa che potremmo usarlo per tagliarci direttamente le vene?
La bottiglietta d’acqua (alcuni in Italia hanno parlato di 6 litri) sarebbe davvero sinonimo di vita? In 72 ore un corpo umano per restare ben idratato avrebbe bisogno di 7 litri e mezzo d’acqua, oltre a quella per cucinare (ma ancora una volta, avremmo il gas, un accendigas o un fornellino da campeggio e del cibo commestibile nel caso?). E va da sé che nessuno potrebbe lavarsi nemmeno i denti. Io consiglierei, alle donne in età fertile, di procurarsi degli assorbenti (quelli interni occupano meno spazio ed evitano di insozzarsi), ma forse per la Commissaria non era fine parlarne in una clip virale (e che è diventata tale per l’assoluta incoerenza dei consigli).
Gli occhiali saranno utili ai miopi (ma diventano percolosi se nuotano, magari, pure controcorrente) e sicuramente i documenti – a parte per il riconoscimento formale in caso di morte – a cosa servirebbero? Per dimostrare la nostra identità a ipotetici invasori o per farci riconoscere dal nostro fantomatico esercito come italiani? Ovviamente, visto che gli ucraini avrebbero ucciso i propri connazionali che non pronunciavano ‘correttamente’ la parola ‘pane’, forse sarebbe più utile evitare il dialetto.
Se la luce salta ci fai poco con accendino e fiammiferi (a parte bruciarti le dita) e anche le torce si scaricano velocemente: non sarebbe meglio tornare alle candele? Ma se si è sull’albero in attesa dell’elicottero per salvarsi dalle acque, il consiglio è superfluo…
Medicine salvavita? Ovvio, ma chi vorrebbe salvarsi se si ritrovasse in una novella Hiroshima? Gli effetti delle radiazioni non si curano con vigile attesa e paracetamolo e sarebbe bene che l’europeo medio sapesse che comprendono: lesioni al sistema nervoso centrale, danni al midollo osseo, diarrea emorragica, disidratazione (sai che te ne fai della bottiglia d’acqua, sic!), scottature gravi, cheratosi attinica, cancro, cataratta, tumori delle palpebre, sindrome emopoietica con effetti su midollo osseo, milza e linfonodi; anoressia; letargia; nausea e vomito; morte. Dopodiché potrete anche mangiarvi la barretta ai cereali e il tonno sott’olio (ovviamente se non necessita di apriscatole).
Ecco, se sopravviverete a questa clip – che siamo certi sia stata ideata volutamente ‘demenziale’ per rassicurarci: dateci gli 800 miliardi tagliando pensioni, sanità, istruzione, servizi e assistenza e non vi accadrà mai di dover usare il kit – sarete in grado di sopravvivere non alle prime 72 ore di una imprecisata crisi, bensì all’Unione Europea e ai suoi rappresentanti.
Felice Titanic a tutti!
* Da V per Vendetta
venerdì, 4 aprile 2025
In copertina: Armageddon, immagine di Pete Linforth; nel pezzo: Mosca, foto di Oleg Shakurov (entrambe da Pixabay)