
Il Palau de les Arts Reina Sofía
Il meglio di Santiago Calatrava si respira a Valencia
di Luciano Uggè
Lʼarchitetto valenciano Calatrava da noi è purtroppo noto per il Ponte della Costituzione, a Venezia – scivoloso, inaccessibile per le persone in carrozzina, e inutile (data la breve distanza dal Ponte degli Scalzi e la necessità, al contrario, di opere di collegamento diretto, ad esempio, tra Venezia e la popolosa isola della Giudecca, dove risiedono stabilmente quasi 5.000 abitanti, molti tra i quali pendolari).
Arrivando però a Valencia tra le mete turistiche – ma anche tra i luoghi più vissuti dai suoi cittadini – vi è il parco che occupa il letto prosciugato del fiume Turia e che congiunge la Ciutat Vella al porto industriale. Poco prima di gru e container, qui sorge la Ciutat de les Arts i les Ciències.



Il complesso architettonico – monumentale eppure di una levità rara grazie ai giochi di luci e riflessi delle acque azzurrine e delle mattonelle a mosaico di un bianco specchiante – unisce forme minimaliste a rimandi al regno animale (impossibile non intravedere un pesce nel Palau de les Arts Reina Sofía o lo scheletro di una balena nel Museu de les Ciències).
Arrivando dal centro, il primo edificio che si incontra è il Palau de les Arts Reina Sofía, lʼOpera House di Valencia, che ospita, in autunno, un ricco cartellone di opere, concerti, balletti e spettacoli di zarzuela (genere lirico-drammatico madrileno – in cui si alternano scene parlate, canti e balli concertati – originario del XVII° secolo).

Lʼintero complesso culturale e scientifico comprende inoltre lʼOceanogràfic, un acquario che ospita ambienti marini distinti, con 45.000 esemplari appartenenti a 500 specie. Accanto, sorge lʼHemisfèric, una sala per le proiezioni in 3D, con uno schermo concavo di quasi 900 metri per avvolgere e coinvolgere gli spettatori.
Più oltre, il Museu de les Ciències votato allʼinterattività; e infine lʼÁgora, che può ospitare concerti di musica contemporanea come incontri di tennis o assemblee cittadine. Possono accomodarvisi fino a 6.000 persone, copre una superficie di 4.900 metri quadrati e si innalza, in maniera quanto mai sorprendente, per 70 metri: insieme vela che svetta allʼorizzonte e luccio che afferri lʼesca con un balzo repentino.



Discorso a parte merita lʼUmbracle, che consigliamo di visitare al tramonto, aperto al pubblico gratuitamente – che è sia giardino di sculture e sia camminata panoramica, sopraelevato rispetto al manto stradale e orlato di piante autoctone. Oltre 17.000 metri quadrati con terrazza bar, aperta in estate e la sera.



Dalla Ciutat si può risalire lʼintero letto del fiume, riqualificato con spazi verdi, percorsi ciclabili e per corridori, campi da baseball, softball, calcio e calcetto, bar e aree giochi per bambini in una città a misura di essere umano.
venerdì, 25 aprile 2025
In copertina e nel pezzo: Foto di Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione).