
Senso, nonsenso e dissenso a festeggiarli nell’Europa di oggi
di Maurizio Prescianotto
“Grande la confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente per il cambiamento”, Mao Tze Tung
*Il mythos greco era una narrazione di particolari gesta di dei ed eroi (Treccani). Risponde a domande umane spiegando le origini di fenomeni, pratiche e istituzioni. Enfatizza l’eccezionalità, mette in evidenza valori, credenze e dinamiche sociali.
Nel XX° secolo con la secolarizzazione sono stati istituiti ‘miti civili’ che, riconoscendo il pensiero indipendente da principi religiosi, promuovono il dibattito e l’autonomia nelle scelte personali.
*Sappiamo che l’irresponsabilità di élite primatiste, nella ‘decantata e moraleggiante’ cultura europea, ha provocato nel XX° secolo 13+60 milioni di morti con immani distruzioni in guerre mondiali combattute negli anni 1914-18 e 1939-45.
Dalla metà del XX° secolo per cercare rilegittimazione ed evitare rivolgimenti rivoluzionari delle diffidenti e martoriate popolazioni, le élite avevano concesso riforme politiche e il riconoscimento di diritti e giustizia sociale. L’affermazione di nuovi valori partecipativi e condivisi doveva risultare un forte monito ‘dichiarando MAI PIÙ GUERRE’ – articolo 11 della Costituzione Italiana’. Si riconobbe che, mentre le élite si fossero sempre salvate e arricchite, dichiarandole, e vendendo strumenti di morte; a combatterle, pagarle e subirle fossero sempre e solo le classi popolari. Nell’ultima guerra, particolarmente, la distruzione mirava a terrorizzare e uccidere i civili – come l’arte di Picasso testimonierà indelebilmente rappresentando il bombardamento di Guernica durante la Guerra di Spagna (26.04.37). Inoltre, la carne da cannone si raccoglieva con la coscrizione obbligatoria maschile introdotta nel XVIII° secolo (ancor oggi la caccia umana viene praticata in Ucraina ai renitenti la leva per farli combattere i russofoni).

Con le riforme furono pertanto istituite alcune feste civili, riconosciute in Italia con la Legge n. 260 del 27.05.49:
1) 25 APRILE – dichiarando il valore della LIBERAZIONE dal nazifascismo e la necessità di immunizzarsi dal riproporsi di derive autoritarie che tornassero a venir finanziate per favorire i ‘privilegi delle élite’.
2) 1° MAGGIO – l’abolizione dell’unicità dei ‘privilegi della proprietà’ e riconoscendo la centralità del LAVORO nella produzione della ricchezza. Come fu richiesto nella Seconda Internazionale anarco-socialista a Parigi del 1889 per il riconoscimento della riduzione a 8 ore della giornata lavorativa, dopo la condanna a morte di 8 lavoratori innocenti avvenuta a Chicago a seguito dello sciopero e rivolta di Haymarket (1).
3) 2 GIUGNO – introducendo nel 1946 la forma di Stato REPUBBLICANA su base Costituzionale. Esteso il suffragio universale e la partecipazione democratica, col confronto politico, alla popolazione adulta senza discriminazioni di censo. Contenuta la distribuzione ineguale della produzione tra capitale e lavoro, ‘legittimando l’obiettivo di far perseguire a tutti i cittadini l’uguaglianza di opportunità’, fruendo di servizi pubblici universali: scuola, sanità, previdenza eccetera.
*Fino agli anni 90 ricordiamo quanto fossero sentiti la partecipazione e anche il confronto politico durante tali celebrazioni. In Alto Adige Suedtirol, ad esempio, il confronto tra classi sociali era travisato in etnico con le élite del gruppo maggioritario tedescofono che, dal 09/43 al 04/45, avevano accolto come liberatoria l’annessione al Reich nazista dei territori dell’Alpenvorland (BZ TN BL). Ricordiamo che il battaglione SS Bozen di coscritti Suedtiroler venne utilizzato nei rastrellamenti dagli occupanti Nazifascisti a Roma e fu oggetto dell’attentato partigiano di Via Rasella il 23.04.44 subendo 33 morti e provocando la feroce rappresaglia con fucilazione di 335 civili alle Fosse Ardeatine. Pertanto il 25 Aprile fu avversato come Festa di occupazione dalle élite oltranziste SVP che invitavano gli imprenditori a tenere aperte le aziende e retribuire la maggiorazione contrattuale festiva ai lavoratori che si conformavano, disertando la partecipazione alle cerimonie – raccontava mia moglie, che lavorava negli anni 70 nel principale Studio di Consulenza del Lavoro.
Mentre celebravano la Liberazione, nessun partito italiano di Governo e della sinistra denunciava allora l’illiberalità del fatto poiché erano in corso le trattative per la Riforma dello Statuto di Autonomia provinciale e, chiusa la pratica, l’aspettativa risultava di allearsi, nel governo provinciale, al partito etnico SVP.
Invece, la destra, erede di fascismo e monarchica per il cosiddetto ‘chiasmo del confine di Salorno tra TN e BZ’ (figura retorica consistente nella reciproca inversione del costrutto in due provincie contigue – citato dallo storico Giorgio Delle Donne), praticava lo stesso lutto della SVP avverso la LIBERAZIONE poiché, avendo perso la guerra, non poteva da sconfitta considerare i vincitori dei LIBERATORI. Ma si atteggiava nella strenua difesa dell’italianità dell’Alto Adige, seppure fosse stata storicamente la Repubblica Sociale Italiana fascista di Salò a cedere le provincie di BZ e TN (annesse all’Italia nel 1918 con 600mila morti) al Reich Germanico di Hitler nel 1943-45.
Osserviamo, ieri come oggi, che fin dagli anni 50 i politici centristi (DC & Co.) e le élite cercarono di depotenziare la portata valoriale innovativa e sociale delle Feste civili. Limitando i festeggiamenti alla ritualizzazione celebrativa e, per quanto possibile, procrastinando l’introduzione delle norme attuative delle istanze riformiste dichiarate in Costituzione.

*Dopo 80 anni dalla fine della ‘guerra di liberazione dal nazifascismo’ vinta dagli alleati URSS, US e GB (Qui sopra, l’immagine con il numero dei morti nella Seconda guerra mondiale – Memorial de Caen), che decisero le sorti politiche mondiali a Jalta l’11 febbraio 1945, oggi sembra smarrito il senso e la partecipazione popolare alle 3 festività civili in Italia e ovunque in Europa.
Le 3 Feste civili vengono, nel 2025, partecipate da officianti istituzionali come fossero decontestualizzate, a-valoriali, insensate. Mentre le contro-manifestazioni critiche sono represse per ‘questioni di ordine pubblico’ e rappresentate dalla canea mediatica come afone e isolate.
Il governo di ex fasciMSI le paluda e quasi le boicotta arbitrariamente, arrivando a dichiarare 5 giorni di lutto nazionale per la contemporanea morte, il 21 aprile, del papa. Mentre le finte opposizioni sinistrate che strumentalmente ancora le frequentano per l’apparire, poi nelle Istituzioni UE disattendendone lo spirito e il senso, hanno votato il finanziamento ‘REARM Europe della guerra alla Russia’ deliberando fino al 5% del PIL e lasciando al Governo nazionale delle destre l’onere dei prossimi tagli di bilancio pubblico. Risalta la riduzione del finanziamento alla SSN (Sanità pubblica) che era il 6,8% del PIL nel 2014 e sarà tagliato al 5,6% nel PIL nel 2030. Quindi, -25% in 15 anni perseguito finora pedissequamente sia da governi sinistrati, tecnici o destrorsi di sorta. Significa lo smantellamento costituzionale dell’articolo 32, il diritto alla salute pubblica dei cittadini. In Italia, oggi, a causa dei tempi biblici delle prestazioni e la scopertura per sotto-dimensionamento dei medici, milioni di cittadini che non possono permettersi le cure private, rinunciano a curarsi e aprono ovunque Servizi ambulatoriali onlus e Sportelli medici volontari di consulenza e ascolto, anche nella ricca Bolzano/Bozen.
Ma, al posto della salute, si parla e si finanzia più guerra: armi, navi e aerei F35; mentre le imprese Leonardo e Rheinmetall di proprietà dei soliti Fondi finanziari volano nei listini borsistici. La Costituzione.IT che le élite volevano già ‘riformare’ col referendum fallito di Renzi nel 2016 diventa lo stesso lettera morta col beneplacito del non garante PdR appositamente riconfermato. ‘O così o pomì, AMEN’ e i cittadini lo capiscono disertando.
Le Feste civili sono considerate dalle masse quiescenti solo utili per ottimizzare la scelta dei periodi di ferie, sfruttando ponti e la chiusura delle scuole. Oppure giornate utili a soddisfare l’acquisto compulsivo incentivato nei Centri Commerciali aperti 363/365 giorni all’anno mentre, nel frattempo, si diffonde tra gli addetti il LAVORO DEPAUPERIZZATO dei contratti part-time verticale / a chiamata /interinale o altro che la logica del profitto può immaginare… Nel contempo, le tornate elettorali sono da anni progressivamente disertate dagli elettori (fino al 60%) con livelli partecipativi e di legittimità oramai da testimonianza residuale. Svuotando il valore della rappresentanza democratica, che confà gli interessi ‘della proprietà privata élitaria’ che, impunita, saccheggia e abusa le residuali risorse di servizi e beni pubblici.

*Qualcosa non funziona in Europa! Nonostante i cantori arruffapopolo alla Benigni e i mistici del misconosciuto Manifesto di Ventotene. I dirigenti delle Istituzioni UE impongono vincoli che limitano l’autogoverno e la rappresentanza democratica e sembrano oggi operare in rappresentanza di interessi élitari attraverso politici loro fidati ed eterodiretti.
80 anni di progressive tappe UE:
– 09.05.50 Dichiarazione istitutiva di Robert Schuman Parigi;
– 18.04.51 Trattato CECA di Parigi;
– 25.03.57 Trattato CEE di Roma;
– 06.1979 Elezione diretta 1° Parlamento;
– 14.06.85 Accordo di Schengen, che abolisce i controlli alle frontiere interne;
– 01.07.87 Atto di libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali;
– 1993 Trattato di Maastricht UE;
– 1995 Trattato di Schengen: i cittadini possono circolare liberamente;
– 2000 Carta diritti dei cittadini / Trattato Nizza;
– 01.01.2002 Inizia a circolare la moneta €uro.
La UE sembra riuscire a unificare solo gli interessi élitari adottando politiche neoliberiste mentre latita nell’unificare le condizioni del lavoro e migliorare il benessere pubblico.
A) Lo scambio di merci/capitali/lavoro circola liberamente, mentre dilaga il dumping sociale della concorrenza integrando nuovi Stati a Est dove si delocalizzano le imprese per il costo del lavoro minore e le normative di controllo ridotte;
B) La moneta € è unica ma la spada di Damocle degli SPREAD sugli interessi pagati per finanziare il debito pubblico rimane a carico degli Stati, che li recuperano con tagli al welfare e al benessere dei cittadini;
C) Il costo della vita è raddoppiato: se un caffè nel 2001 costava £1000 = €0,50; oggi costa £2800 = €1,40, e si diffonde il lavoro depauperizzato, dopo decenni di mancato recupero del potere di acquisto;
D) I differenziali remunerativi e le condizioni di welfare tra Stati incentivano l’emigrazione. Negli ultimi 12 anni 550mila giovani qualificati italiani, dopo esser stati formati nel nostro Paese, sono scappati – lavorando e arricchendo altri Stati (Il Fatto Quotidiano);
E) Gli obblighi derivanti dal contenimento del deficit di bilancio al 2% originano politiche di tagli agli investimenti infrastrutturali che peggiorano anche le opportunità di insediamento produttivo delle imprese. Inoltre, depauperando il welfare e il benessere sociale delle classi inferiori, si riducono i livelli di scolarizzazione, sanità, assistenziali, di ordine pubblico, efficienza della giustizia, eccetera.
E) Limitati i percorsi formativi finanziati da FSE attivati per le fasce deboli, impedisce il recupero sociale e molte regioni italiane risultano con redditi medi inferiori alla media UE. Inoltre, le Regioni troppo spesso sono incapaci di spendere anche i pochi finanziamenti assegnati, nonostante l’Italia risulti contributore UE netto positivo, ovvero eroga di più di quanto riceve;
F) I percorsi di studio Erasmus per la mobilità internazionale, restano appannaggio di allievi élitari che frequentano licei, istituti tecnici e università. Pochi i ragazzi che vi accedono dalla formazione professionale, oppure che siano a rischio di abbandono scolastico, oppure a rischio NEET e i figli di immigrati. Ma nessuna rappresentanza politica sembra oggi occuparsene;
G) La privatizzazione spinta di beni e servizi di utilità pubblica, senza miglioramento degli standard di efficienza e costo per la collettività, favoriscono la finanziarizzazione e lo sviluppo di monopoli che poi sponsorizzano e sostengono i rappresentanti politici più confacenti ai loro interessi;
H) La concorrenza tra normative diverse degli Stati, invece, resta in vigore sulle condizioni del LAVORO: durata contratto, remunerazione, fiscalità, orari giornalieri/settimanali, ferie, maternità, assistenza e previdenza, tutela licenziamento, quiescenza pensionamento, infortuni, indennità disoccupazione, eccetera;
I) Ultimo non ultimo, la concorrenza praticata tra Stati, spesso dai più ricchi, sulla riduzione delle aliquote fiscali praticate alle imprese, favorisce il trasferimento delle sedi legali con l’ulteriore impoverimento dei bilanci statali e delle condizioni del welfare, di chi subisce l’emorragia.
Come risultato abbiamo un’Unione Europea percepita dai cittadini lavoratori MATRIGNA e ARIDA nel creare AFFEZIONE nella condivisione di diritti, remunerazioni, tutele del lavoro, di servizi sociali e di welfare. Anzi, ne auspica e raccomanda spesso il peggioramento con le sue indicazioni di riduzione prestazionali e privatizzazione finanziaria col business delle pensioni integrative e delle assicurazioni sanitarie. Fino a ieri la UE raccomandava tagli ai bilanci pubblici con il mantra del dover sanare i deficit. Invece, oggi, dopo averci costretto a cambiare i fornitori energetici a prezzi quadruplicati, dispone di farci pagare 800miliardi€ per finanziare il ‘REARM Europe’, preparandoci nel dichiarare guerra alla Russia entro il 2030.
*Una UE incapace di far istituire e finanziare, alle élite imprenditoriali e finanziarie che la determinano, UNA FESTA CIVILE Europea condivisa da far fruire assieme ai lavoratori di tutti i 27 Stati costituenti. Succede a mio figlio che, assunto e lavorando in Germania, il 3 ottobre scorso a Berlin HA FESTEGGIATO la ‘Tag der Deutschen Einheit – la riunificazione e caduta del muro’ ma, trovandosi in Italia il 25 aprile scorso (Festa della Liberazione) HA LAVORATO in smart working da casa. Se, invece, l’8 maggio nella DDR (Germania dell’Est dal 1950 al 1989) era giorno FESTIVO della ‘LIBERAZIONE dal Reich nazista tedesco – Tag der Befreiung von der faschisten Diktatur’; nel 2025 nella RFT (Germania unificata) l’8 maggio si LAVORA e le autorità avvertono che si rischia l’incolumità nel partecipare comunque alle celebrazioni, mantenendo segreti gli orari di svolgimento per gli sparuti partecipanti.
La RFT della Germania, oggi, non festeggia la LIBERAZIONE dal Nazismo e, dopo 80 anni, invece sostiene economicamente, militarmente e politicamente la guerra del regime golpista UKRaino – ispirato al collaborazionista nazi-fascista Stepan Bandera – contro le discriminate popolazioni russofone (20milioni) e la Federazione Russa intervenuta a loro difesa. Il nuovo governo della RFT si riarma lanciando un piano da 500miliardi€, sentendosi oggi affrancato dalla responsabilità nazi-fascista storica tedesca di aver causato 60 milioni di morti nella Seconda guerra mondiale (1939-45) e col beneplacito delle istituzioni UE e degli Stati Europei che, come allora, gli furono alleati nell’Operazione Barbarossa: Italia fascista, Francia nazista di Vichy, Spagna franchista, Romania fascista, Croazia ustascia, Paesi Baltici, Finlandia, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia fino all’Ucraina nazi,banderista, eccetera. A mio parere, dato il contesto, dovremo preoccuparcene in questo 2025 durante le festività se volessimo recuperarne il senso originario di Liberazione, Lavoro e Repubblica.

*Breve promemoria LIBERTARIO. La ‘Liberazione sostenuta da 300mila.it divenuta l’occupazione di US e GB’ fu decisa a Jalta nel 1945 dall’URSS di Stalin, che concordò la spartizione dell’Europa con Roosevelt e Churchill. L’URSS aveva sconfitto le armate di Hitler, Mussolini ed Europee: dalla Francia Divisione SS Charlemagne alla Spagna franchista, fino alla Norvegia Divisione SS Norge, eccetera.
L’URSS il 2 febbraio 1943 aveva vinto la guerra a Stalingrado, facendo capitolare la VI Armata del generale von Paulus (1 milione di uomini e mezzi) e inibendo al Reich tedesco l’accesso ai pozzi petroliferi del Caucaso, necessari alle armate nazi-fasciste Europee per continuare a combattere confidando di vincere.
Ricordiamo che Churchill (e la GB) sostenne l’ascesa del fascismo anticomunista di Mussolini in Italia, col quale intrattenne continuativamente un nutrito scambio epistolare. Si parla di 3 borse di carteggi che spariranno quando Mussolini, scappando da Milano, sarà intercettato a Dongo il 20 aprile 1945 dai servizi segreti britannici coi partigiani, prima di raggiungere il confine svizzero. Mussolini inspiegabilmente venne subito fucilato e le borse del carteggio sparirono, nonostante gli accordi di resa della RSI garantiti dal CLN.MI (Pertini) e per i quali intercesse il Vaticano (con il Cardinale Schuster a Milano e il sostituto alla Segreteria di Stato, Cardinale Montini, papa Paolo VI dal 1963).
Anche gli industriali US: Ford, GM/Opel, IBM, Standard Oil, Shell, IG Farben, Chase National Bank dei Rockfeller, J.P. Morgan Bank, ITT, US Steel, eccetera (La Repubblica) hanno sempre sostenuto finanziariamente l’anticomunismo in Europa dei regimi fascisti e nazisti, continuando a far produrre le loro fabbriche di armamenti ubicate in Germania fino al 1945 (le quali non furono quasi mai bombardate dagli Alleati). Durante la guerra, il pagamento nazista delle forniture alle imprese in US era accreditato tramite banche svizzere (2). D’altronde il generale statunitense, Patton (quello dello sbarco Overlord in Normandia del giugno del 1944), disse: «Questa guerra la vinceremo ma la stiamo combattendo dalla parte sbagliata». Mentre la controparte, il generale Rommel (a capo della difesa del Vallo Atlantico in Normandia durante lo sbarco) era a casa in ferie e, stranamente, dopo sarà suicidato(?) e seppellito con gli onori del Reich nazista. L’Armata Rossa sovietica, nel frattempo giugno 1944) combatteva già in Bielorussia, Galizia, Ucraina e Finlandia. Mentre in Italia, sulla linea Gustav, a Ortona una compagnia di SS aveva tenuto fermo il fronte per 6 mesi causando, coi bombardamenti continui, la devastazione della città denominata storicamente la Stalingrado d’Italia(?!).
Quindi ancora “ha da’ veni’ la Liberazione!” e lo sapevano bene i veri partigiani nel 1945 che, combattendo, rischiavano la pelle.
*Lo cantava Claudio Lolli nel 1977 di fare ‘Attenzione’:
“Attenzione a non svegliarsi una mattina senza la voglia di cambiare.
Attenzione lo so che il mantello di quel vecchio partigiano è sempre in prima fila, sull’attaccapanni, e poiché la pazienza è una virtù e, come il sole, nascerà con l’acqua e la neve di chissà tra quanti anni.
Attenzione che il fucile è lì nascosto in quel libro di racconti, però che non diventino ricordi o fantasie, che sia caricato solo a sogni.
Attenzione a non trovarci una mattina per le strade a raccontarci le nostre storie di bambini nati morti e, magari, anche con soddisfazione.
Attenzione che non ci ritroviamo dentro il corpo, tra le mani e nella testa. la paura calda, immensa e vera della rivoluzione…”.
(1) Per approfondire: https://www.infoaut.org/storia-di-classe/1-maggio-1886-la-rivolta-di-haymarket
(2) Consigli di lettura: https://www.ibs.it/svizzera-oro-morti-banchieri-di-libri-vintage-jean-ziegler/e/2560026162048?srsltid=AfmBOorLpLU5Iov_mIY-LCYh_VCb8vqpeuWFydZTV-wghXOe0z8N4HFZ
venerdì, 2 maggio 2025
In copertina: Foto di John Ondreasz da Pixabay. Nel pezzo, tutte le foto fornite dall’Autore del pezzo