
Simonia, ‘intersessualità’, corruzione, lascivia e un tocco alla Dan Brown
di Simona Maria Frigerio
Questa non sarà una recensione, anche perché – letta la trama – non ho alcuna voglia di vedere il film, ritirato fuori dal cassetto in occasione dell’elezione del nuovo papa. Un critico, poi, non si sofferma tanto sul contenuto quanto sulla regia, l’interpretazione, la credibilità o originalità dei dialoghi, la fotografia, il montaggio: ossia è, a sua volta, un tecnico che giudica se un prodotto sia o meno di qualità e coerente a livello estetico e poetico. Ma ciò che mi ha colpita in questi giorni, sfogliando qualche giornale e alcuni social, è stato altro e, forse, altre dovrebbero essere le domande sociologiche che dovremmo porci di fronte a questo prodotto anglo-statunitense – ossia prodotto da chi con il cattolicesimo non ha molto a che fare (nonostante Leone XIV) e, difatti, anche gli attacchi terroristici contro Roma che colpiscono la Cappella Sistina sanno tanto di Angeli e Demoni di Dan Brown. Tutto già visto.
Siccome spoileremo da questo punto in avanti, se volete vedere il film, fermatevi qui.
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La prima domanda che sorge spontanea è perché si affannino tanto a difendere questo prodotto i laici e i non cattolici. Ora, non sarà una novità in Italia che i sette peccati capitali non siano appannaggio solamente di Seven, bensì Dante li avesse elencati tra i mali della Chiesa e della Curia: nelle pagine della Commedia leggiamo di simonia e corruzione, crapula e ignavia, nepotismo, avidità e ovviamente lussuria. Quindi che, a tutti questi ‘vizi’ (dato anche il significato di vizio, ossia abitudine e pratica del male, ma altresì – in medicina – “designazione generica di alterazioni morfologiche di orifizî o aperture naturali o canali anatomici”, come da Treccani), si aggiunga l’immagine di un papa intersessuale (dopo La papessa, prodotto decisamente più originale e meno hollywoodiano), sa solamente di tocco politically correct di un Occidente che ha più volte amplificato i messaggi di Papa Francesco quando apriva timidamente agli omosessuali ma non quando scriveva, ad esempio, Laudato Si. E si badi bene che non stiamo parlando di una specie di manifesto del greenwashing ma, come scrive Andrea Zhok, di un testo di: “una ricchezza analitica straordinaria, un’integrazione del tema ambientale nel tema dello sfruttamento economico generale, una critica ai meccanismi di capitale, al predominio dell’economia finanziaria sull’economia reale, al dominio tecnocratico, una critica delle presunte ‘soluzioni di mercato’ al degrado ecologico (come i ‘carbon credits’), e molto altro”.
La grande rivoluzione della Chiesa cattolica sarebbe, oggi, avere un Papa con utero e ovaie ma genitali esterni maschili? Perché creare tanto rumore per nulla se non per distrarre da ciò che davvero conta? Ciò che laici e non cattolici dovrebbero considerare è che lo Stato del Vaticano è un Paese sovrano con elezioni non molto diverse da quelle che si svolgono ormai in Unione Europea, dove il Parlamento (frutto del suffragio universale) non ha più poteri e le Commissioni (quelle che incidono sulla vita reale di milioni di cittadini) sono il frutto di intrallazzi a porte chiuse. Vero che vi partecipano anche le donne, ai ‘conclave europei’, ma se questo è il risultato, non si capisce dove stia il pensiero della differenza o quale quid in più avrebbe un prete o un Papa donna (o inter o transessuale), visto che le ministre, le presidenti di Commissione e le Premier sono altrettanto neo-colonialiste, guerrafondaie e propugnatrici del capitalismo finanziario transnazionale dei loro omologhi maschi. Sempre in stanze del potere, e per favorire le solite élite, si decide la sorte dei popoli…
Il rumore intorno a questo film gioca anche a favore dell’obnubilamento di ben altri fatti. Forse i più giovani non se ne ricordano, ma la Chiesa non ha mai chiarito se sa e cosa sa riguardo: all’operato di Marcinkus, allo scandalo del Banco Ambrosiano, ai due ‘suicidi’ di Calvi e Sindona, agli affari dello Ior (la Banca vaticana), alla scomparsa di Emanuela Orlandi o perché fino al 2016 il Vaticano abbia posseduto quote azionarie per un valore di circa 20 milioni di euro in due industrie farmaceutiche che producono la pillola del giorno dopo (1), oppure in fabbriche che producono armi (2).
Dal punto di vista etico la Chiesa cattolica è riuscita, al contrario, ad azzerare la carica rivoluzionaria della Teologia della Liberazione, mentre le ingerenze di Papa Giovanni Paolo II in Paesi sovrani, come la Polonia, in funzione anticomunista (e l’appoggio a un personaggio come Wałęsa) cos’hanno prodotto se non che, similmente alla Russia di Él’cin o alla Germania ‘riunificata’ (in realtà frutto di una annessione che ha giovato alla parte occidentale), i polacchi abbiano subito privatizzazioni selvagge e un’economia di mercato di stampo capitalista – che ha imposto lo sfruttamento dei lavoratori da parte di quell’Ovest che vedeva nell’Est manodopera a basso costo?
In fondo, cosa vorrebbero i non cattolici e i laici? Eleggere loro il nuovo Papa secondo le linee guida della morale dell’Occidente? Non sarebbe il caso di astenersi dalle ingerenze e pretendere semplicemente che il Vaticano faccia altrettanto sulle vite dei non cattolici e degli atei – soprattutto in uno Stato, come quello italiano, che si definisce laico?
Del resto il compito della Chiesa non è stato né sarà mai facile perché non si è nemmeno certi della fisionomia di quel Cristo a cui si ispira. Cristo era quello che divide o quello che voleva si costruisse, qui e ora, un mondo migliore? Cristo è quello descritto da Matteo 10:34: “Non pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma spada”; oppure quello (sempre in Matteo, 13, 31-32; in Marco 4, 30-32 e in Luca, 13, 18-19) che paragona il Regno di Dio a un granello di senape, che è seminato qui in Terra e qui, sulla Terra, deve germogliare e dare frutti? Sono queste le domande che, forse, ci si è posti nel conclave o, almeno, che si dovrebbe porre un cattolico. Per noi atei la risposta sta nella nostra personale scelta etica.
(1) La denuncia di Report, ripresa da Il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/04/27/il-vaticano-ha-investito-per-oltre-20-anni-in-unindustria-che-produceva-la-pillola-del-giorno-dopo/6179543/
(2) Fatto riportato da Gianluigi Nuzzi: https://www.youtube.com/watch?v=YmD508pHhvk
venerdì, 9 maggio 2025
In copertina: Tagline del film Conclave da YouTube