
Approvata la Commissione d’inchiesta sulla frode finanziaria da 300 milioni di dollari
di Luciano Uggè
Sembra essere finita la luna di miele tra il Presidente Milei e quella parte dell’elettorato che ha creduto alle sue promesse di benessere, conquistabile grazie a stantie manovre di austerity e alla fantasiosa prospettiva di convertire il peso argentino in dollari – per realizzare la quale ha chiesto un nuovo prestito al Fondo Monetario Internazionale che dovrebbe tradursi in un acquisto, da parte della Banca Centrale argentina, di dollari da rendere disponibili, senza limiti, a chi voglia convertire i propri pesos (ma solo online). In parole povere, un regalo alla speculazione, ai grandi capitali e ai furbetti della finanza che si ritroveranno le casseforti virtuali rimpinguate di dollari, ottenuti grazie a un prestito il cui ammontare (oltre agli interessi) dovrà, poi, essere ripagato dal popolo argentino attraverso la tassazione e al progressivo azzeramento del rimanente (poco) stato sociale.
Ma a parte questo, a far scendere i punti di gradimento del Presidente, oltre che del suo partito (secondo alcuni sondaggi di quasi l’8%) è anche lo scandalo della criptovaluta $Libra (o ‘cripto-truffa’, come è stata rinominata da Timothy Treanor). Per la prima volta, a differenza di casi analoghi del passato, a concorrere a una tale maxitruffa – che ha coinvolto circa 75mila investitori di vari Paesi – sarebbe stato un Presidente della Repubblica in carica e, tra i defraudati, ci sarebbero migliaia di risparmiatori statunitensi. Potrebbe essere questa la ragione per la quale, in Argentina, si è deciso di costituire una Commissione d’inchiesta – che ha iniziato i lavori il 23 aprile scorso – e che ha ottenuto 128 voti a favore, 93 contro e 7 astenuti.
Le indagini, nel frattempo, stanno coinvolgendo sia le autorità argentine sia quelle degli Stati Uniti, dove il succitato Timothy Treanor, ex procuratore federale, specializzato in frodi e con una lunga esperienza presso la Corte di New York (come ci fa sapere Telesur), avrebbe affermato che Milei non è “un semplice promotore”, ma avrebbe responsabilità dirette nello scandalo. Secondo tale ipotesi, il Presidente argentino sarebbe “imputabile negli Stati Uniti”, avendo violato il FEPA (Foreign Extortion Prevention Act), legge approvata nel dicembre 2023 dall’ex Presidente Joe Biden.
Ma cosa avrebbe fatto esattamente Milei nella sua qualità di Presidente (grazie al prestigio e alla fiducia di cui gode qualsiasi persona ricopra una tale carica)? Il 14 febbraio 2025 Milei ha pubblicato sul social X un messaggio in cui promuoveva/pubblicizzava i benefici di investire in $Libra (come da foto di copertina). Anche perché questa moneta virtuale avrebbe dovuto finanziare la piccola e media impresa in un Paese in crisi. Come spiega Telesur, questo fatto, infondendo fiducia nei risparmiatori, ha causato “un rialzo artificiale del valore della moneta virtuale, che è passata da 0,216 a 5,54 dollari in poche ore, con un volume commerciale di 1.500 milioni”.

Ovviamente tale valore è sceso drasticamente (e drammaticamente) appena gli inventori di tale criptovaluta hanno ritirato i propri fondi.
L’accusa contro Milei va, però, oltre in quanto un’analisi della blockchain (1) avrebbe rivelato che gruppi vicini al Presidente hanno acquistato la criptovaluta appena pochi minuti prima della pubblicazione del messaggio social. Treanor avrebbe altresì affermato ai media di avere prove che coinvolgono anche la sorella di Milei, Karina, lanciando pesanti accuse che allargherebbero la trama a “riciclaggio di denaro sporco e manipolazione del mercato” (2).
Nel frattempo, in Argentina, il procuratore Eduardo Taiano, avrebbe ordinato azioni di verifica sulla situazione patrimoniale del Presidente Javier Milei, di sua sorella Karina e dell’amico Mauricio Novelli. La giudice federale Sandra Arroyo Salgado sta, intanto, investigando sulla movimentazione della moneta virtuale vincolata alla creazione della criptovaluta e sull’identificazione delle persone che stavano dietro le quinte dell’intera operazione.
Infine, anche lo studio legale statunitense Burwick Law, sta procedendo con una propria class action.
Al di là delle vicende giudiziarie che, ovviamente, dovranno seguire il proprio corso e certificare la buona fede (o meno) del Presidente Milei, ciò che manca in Argentina, anche se alle prossime elezioni il partito di Milei perdesse, è un’alternativa reale e credibile, ovvero una classe politica in grado di rompere definitivamente con le logiche dell’austerity e del blocco filo-statunitense per rivolgersi a nuovi partner economici, quali i Brics, e sviluppare progetti di welfare stare e rinazionalizzazione dei servizi e delle aziende chiave che, se nel breve periodo, possono apparire utopistici, nel medio-lungo periodo potrebbero ridare all’Argentina quella solidità economica che le permetterebbe di ripianare i debiti e usare, finalmente, in maniera produttiva per il Paese le proprie entrate – smettendo di finanziare un organismo parassitario quale l’FMI.
(1) La Blockchain è un registro digitale decentralizzato e condiviso, immutabile, che archivia transazioni in blocchi collegati crittograficamente
(2) Si vedano:
https://www.telesurtv.net/exfiscal-de-ee-uu-senala-a-milei-como-el-centro-de-la-criptoestafa-libra/
e
https://www.telesurtv.net/exfiscal-de-ee-uu-senala-a-milei-como-el-centro-de-la-criptoestafa-libra
venerdì, 9 maggio 2025
In copertina: il messaggio ‘incriminato’ su X che Milei ha poi cercato di cancellare (ma sulla rete, si sa, questo è impossibile). Nel pezzo: Indice della produzione industriale argentina da dicembre 2022 a ottobre 2024 (fonte TeleSur e Confederación Argentina de la Mediana Empresa)