
Uno sguardo dal XXXI° Festival Internazionale di Poesia di Genova
La Redazione di InTheNet
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la recensione di Stefano Bigazzi.
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“Non mi è concesso di rivelare a chi appartengo/ pur avendo sempre il tuo nome/ sulla punta della lingua/ puntato all’altezza del cuore”.
Queste parole aprono l’azione scenica La bellezza o sarà convulsa o non sarà di Franca Fioravanti – che ne è l’interprete – con il commento sonoro di Stefano Bertoli, la drammaturgia di Marco Romei, presentata al 31° Festival internazionale di Poesia di Genova Parole Spalancate.
Un manifesto sentimentale e necessariamente mentale: “Un’azione vocale”, spiega: “costruita sulle sfumature dell’amore, per sognare ancora e agire”. Qui la faccenda si fa delicata, già a partire dall’ambiguità semantica della parola amore, per non dire di quella sociale ed esistenziale. Cosa diavolo sia l’amore, e se diavolo dunque demone, non è presto detto, e Fioravanti lo dice attraverso una ragionata antologia poetica, dalla quale trarre contenuti per così dire grezzi, e nella vocalità renderne evidenti i concetti. La prosodia amplifica, modella, esterna le funzioni, le ragioni dell’amore. Ne offrono materiale Wislawa Szymborska (“... non sapevamo se eravamo due corpi/ o due anime/ o un corpo e un’anima/ o se semplicemente/ non eravamo/ perché era amore solamente”, 1) così come Alda Merini, che si innamora di sé e dei suoi tormenti, e Frida Kahlo (“Non to chiederò di fare niente, nemmeno di stare al mio fianco per sempre,/ perché se devo chiedertelo, non lo voglio più”), Heiner Müller (2), Vladimir Majakovskij, James Joyce, eccetera.
Parole che viste e lette da ciascun contesto e accostate l’una dopo l’altra compongono un contesto nuovo in forma di monologo, una conversazione che rivela quanto di universale sia in ogni pensiero preso, aperto, compreso, sciorinato.
Franca Fioravanti recita, si muove, danza, accompagna la parola al gesto, alza e abbassa la voce così come in contrasto o all’unisono è l’altra voce, la musica di Bertoli che segue accompagna; non a caso l’attrice definisce il lavoro partitura.
Tale sarebbe; tuttavia il fiume di narrazioni, versi, ragionamenti che avanzano nell’azione sono altro e oltre la rappresentazione. Ogni autrice, autore, ogni testo citato assume potenza espressiva nuova mantenendo il proprio significato, è una sinfonia lirica che cresce con lo svilupparsi del discorso, ora suadente, ora dolcemente rassegnato, sempre trasfigurato, anche con ancora più dolce ironia. Come nell’ultima battuta da Julio Cortázar (3): “C’è un incontro fissato,/ ancora senza ora e senza data,/ per trovarci./ Io sarò lì, puntuale,/ non so tu”.
(1) Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996:
https://libreriamo.it/poesie/wislawa-szymborska-poesie-belle/
(2) Sul drammaturgo tedesco: https://www.treccani.it/enciclopedia/heiner-muller/
(3) Sullo scrittore argentino: https://www.treccani.it/enciclopedia/julio-cortazar/
venerdì, 27 giugno 2025 (recensione gentilmente inviata dall’Autore, dopo la pubblicazione sul suo profilo social, Stefano A. Siro Bigazzi)
In copertina: Franca Fioravanti durante la sua performance in una foto di Giancarlo Pesce e Carlo Accerboni