Troppo rumore per nulla
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Tratto da Opinioni di un clown, il romanzo del 1963 di Heinrich Böll, l’adattamento di Jonathan Bertolai e Ian Gualdani non si concentra sulla feroce critica contro la falsa coscienza dei ricchi capitalisti tedeschi, che erano passati dal Nazismo al consumismo a stelle e strisce senza soluzione di continuità (come narrato nel capolavoro del 1965 di Peter Weiss, L’istruttoria. Oratorio in undici canti). Clown • Schnapsidee preferisce raccontare il lutto per la fine di un amore e denunciare il peso, sulle scelte personali, del cattolicesimo (che nulla aveva eccepito riguardo all’ascesa del nazi-fascismo ma, in Germania come in Italia, determinava ancora, ai primi degli anni 60, il ‘comune senso del pudore’ con la sua morale bigotta e perbenista).
Partendo dalle tre ore di confessione del protagonista del romanzo, la scelta dei brani non risulta sempre azzeccata, soprattutto al fine di creare una sequenza di climax e anti-climax che diano un ritmo meno esagitato a una vicenda che vira verso il patetico – più che l’urticante – fin dall’inizio. In effetti, già l’eccesso di movimenti in libertà dell’incipit – che ben poco ha a che vedere sia con la maestria di un danzatore sia con il mestiere di un clown – non ha né la leggerezza irriverente né la capacità espressiva per tuffare lo spettatore nel roboante mondo circense e men che meno nella sguaiata vita di un artista fallito – maschera autentica tra falsi sorrisi. Qui ci troviamo di fronte all’eco fievole dello scalcagnato Ultimo Chisciotte del Carretto; a un tentativo non riuscito di evocare il primo Joker di Todd Phillips. Con in più una diapositiva che rimanda, in realtà, alla stazione del finale del libro (ma che, ai più, sarà apparsa semplicemente incongruente).
La confusione creata dal voler dire e fare troppo, ossia la scelta di alzare l’asticella della trasgressione corporale e verbale si sovrappone in maniera cacofonica a una serie di diapositive che nulla aggiungono ma suonano, semplicemente, stonate. Meglio alcuni inserti sonori che servono a far dialogare Gualdani il quale, altrimenti, dovrebbe reggere da solo circa un’ora e mezza di monologo abbastanza prevedibile e monotono nel suo registro patetico-tragico – a tratti isterico. Per fare un paragone, pensiamo all’aria della Regina della Notte. Mozart prima sceglie un recitativo; poi, per restituire la febbre dell’eccitazione, una sequenza di staccato; finché, per rendere il parossismo della follia, la Regina raggiunge il Fa alto con salti virtuosistici, sfoderando un’estensione da Fa3 a Fa5. In questo spettacolo, al contrario, è come se il clown aprisse la scena in sopracuto.
Manca l’asciuttezza di Caligola. Underdog/Upset. In quel gioiello bastava una frase a Gualdani per restituire interamente l’anima nera e lacerata del protagonista di Camus; mentre la sorella/amante, Drusilla, era evocata dalla luna e dalle luci meglio che dagli sproloqui infiniti di questo Hans che, solo nel finale, risulta convincente, ossia nel colloquio col prete e in quel j’accuse contro la famiglia borghese e la sua apparente normalità, sotto la quale si cela il sopruso maschilista della chiesa dei maschi e la sessuofobia che trasforma passione e natura in peccato (unicamente per poter controllare corpi e istinti, desideri e aspirazioni).
Il finale del libro, però, è magistrale – peccato non lo si sia trasposto in scena.
Lo spettacolo è andato in scena:
Chapiteau della Cittadella del Carnevale di Viareggio
piazza Burlamacco – Viareggio, LU
martedì, 30 settembre 2025, ore 21.00
(anteprima nazionale)
Clown • Schnapsidee
da Heinrich Böll
adattamento drammaturgico Jonathan Bertolai e Ian Gualdani
regia Jonathan Bertolai
con Ian Gualdani
con la partecipazione di Giacomo Vezzani
e le voci di Elsa Bossi, Woody Neri e Jacopo Venturiero
assistente alla regia Silvia Bennett
ambiente sonoro Giacomo Vezzani
disegno luci Orlando Bolognesi
oggetti di scena Matteo Raciti
costumi Laura Bartelloni
foto di scena e diapositive Manuela Giusto
film e lavorazioni 16mm a cura di Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo – WARSHADFILM
assistente alla produzione Giacomo Pecchia
produzione MAT – Movimenti Artistici Trasversali
venerdì, 20 ottobre 2025
In copertina: Foto di Manuela Giusto (dalla presentazione dello spettacolo, sul sito della Compagnia)

