Cosa aspettarci dalla prossima finanziaria – in Europa e in Italia
di Federico Giusti
La prossima manovra di Bilancio europeo dedicherà ampi spazi alla difesa, alle tecnologie e alle infrastrutture: per queste ultime il fabbisogno stimato è di 17 miliardi di investimenti per trovarsi preparati in un eventuale scontro con la Russia.
Prima del Bilancio pluriennale comunitario, per lunghi mesi, si è focalizzata l’attenzione sugli interventi necessari e sulle cosiddette tecnologie duali, la logistica viene annunciata come una necessità per l’economia del vecchio continente ma è indubbio che l’investimento guarderà soprattutto ai Paesi prossimi al confine russo.
Fino a prova contraria non ci sembra che la Ue dovrebbe essere in lotta con la Russia. Anzi, se acquistasse il gas e il petrolio dalla Federazione russa (che, poi, è lo stesso ad arrivare in Ucraina dopo alcuni giri) ne trarrebbe un indubbio vantaggio economico. Del resto la crisi industriale è indissolubilmente legata al costo dell’energia (e gli Us ben sapevano che, diventando i rifornitori ufficiali dell’Europa, avrebbero messo quest’ultima in ginocchio).
Come avvenne con la guerra nei Balcani e i corridoi energetici ridefiniti dopo quell’aggressione al popolo dell’ex Jugoslavia, si torna a parlare di corridoi da potenziare – come la Rete Trans-Europea di Trasporto (Ten-T) – a cui aggiungere il vecchio, risalente al 2017 (ossia a prima della guerra in Ucraina), Piano di azione per la mobilità militare: un’iniziativa concreta per un’Unione della difesa.
La nuova Manovra pluriennale di Bilancio decida ampio spazio alle infrastrutture e alla tecnologia e lo fa con grande attenzione all’utilizzo duale per evitare sul nascere polemiche interne ad alcuni Paesi, in grave difficoltà, che mal sopporteranno i tagli al sociale. E per questa ragione tra i papaveri di Bruxelles si parla di rafforzare le politiche di rilancio della difesa e degli investimenti strategici, prevedendo, da qui al 2030, una guerra su larga scala per affrontare la quale serve un ammodernamento della logistica. Già nel gennaio 2024 la Germania con altri Paesi europei (Paesi Bassi e Polonia, ad esempio), aveva sottoscritto un’intesa per dare vita a una grande e rinnovata rete di logistica e mobilità militare. Da tempo si studia un progetto destinato a integrare i Tre mari, ossia Baltico, Adriatico e Mar Nero. In questa grande opera il ruolo di Germania e Polonia dovrebbe essere quello di guida e non è casuale, visto che stiamo parlando degli Stati che più degli altri hanno accresciuto la spesa bellica.
Solo poche settimane fa la Rete di infrastrutture è tornata al centro dell’attenzione del Parlamento Ue e della Nato, prova ne sia la pubblicazione di alcuni documenti ufficiali che il pacifismo italiano ignora o preferisce dimenticare per riproporci, a venire, la solita sequela di luoghi comuni.
Military mobility (1)
La manovra di Bilancio è quindi il risultato delle sinergie tra Ue e Nato, ossia della cooperazione per dare vita a una grande rete infrastrutturale a fini di guerra. Del resto è uno degli impegni assunti da Bruxelles per disimpegnare gli Us da parte delle spese sostenute per la difesa proprio come chiesto dal Presidente Trump.
E se qualcuno, sulla stampa, ha già parlato di una sorta di ‘Schengen militare’ (2 e 3), l’Italia non starà a guardare come dimostra il grande accordo, che opera da battistrada nella Ue, tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana di quasi due anni (4).
(1) https://defence-industry-space.ec.europa.eu/eu-defence-industry/military-mobility_en
(2) https://www.byoblu.com/2025/08/13/piani-militari-ue-italia-snodo-cruciale/
(3) https://it.insideover.com/difesa/avanti-tutta-sulla-mobilita-militare-lue-vuole-strade-pronte-alla-guerra-con-la-russia.html
(4) https://it.insideover.com/difesa/lasse-leonardo-rete-ferroviaria-italiana-per-la-mobilita-militare.html
venerdì, 24 ottobre 2025
In copertina: Immagine generata con l’intelligenza artificiale da Habibur Rahman per Pixabay (particolare per ragioni di layout)

