Dialogo fra artisti
di Luciano Uggè
Da sabato 23 luglio e fino al 28 agosto, alcune opere di Ugo Guidi saranno in mostra presso lo Studio Simi di Scala di Stazzema – per proseguire quello scambio fecondo che da anni porta avanti la Casa Museo Ugo Guidi.
Percorrendo la strada che da Seravezza conduce a Stazzema si ha il piacere di incontrare, restaurato con cura, lo Studio Simi, casa di vacanza e atelier di Filadelfo Simi e della figlia Nera – trasformata, da circa un anno, in esposizione permanente.
Filadelfo Simi, pittore toscano nato a metà dell’Ottocento, ottenne, in vita, riconoscimenti e premi sia in campo accademico sia in società. Fama che arrivò non solo a lambire diversi Paesi europei ma anche Oltreoceano. Stranamente, dopo la sua morte, avvenuta a Firenze nel 1923, anche il suo ricordo scomparve dalla scena artistica italiana. Per ricordarne la figura e il talento, la Casa Museo Ugo Guidi – a primavera – aveva ospitato la mostra Filadelfo Simi, la figlia Nora e la loro scuola; e oggi mette a disposizione alcune significative opere dell’artista di Pietrasanta, che diverranno parte – fino a domenica 28 agosto – di quella che è stata la maison/atelier di Simi.
Due Totem di Guidi ci accolgono, stagliandosi contro il verde del fogliame boscoso, che circonda la casa-studio, disposta su tre piani e arroccata alla montagna. All’interno sono posizionate, in modo tale da relazionarsi con i quadri e i disegni preparatori esposti, alcune sculture e due versioni pittoriche de Il grido – sempre di Ugo Guidi.
Le teste di terracotta, in particolare, fanno da contrappunto ai ritratti dei Simi, disposti sulle pareti al piano terra. Mentre al secondo piano, altre sculture, posizionate sul camino, dialogano sia con i quadri sia con la struttura architettonica, inserendosi in una nicchia naturale, specchiandosi come elementi materiali e tridimensionali nei ritratti a matita dal tratto più o meno marcato, o richiamando a livello materico la grana grossa della stabilitura di un camino o di una parete fresca di restauro.
I paesaggi bucolici dei Simi si alternano a incisivi ritratti dai contorni ben delineati; mentre la sinuosità delle linee di Guidi, sempre più votato all’astrattismo a misura che il suo percorso procedeva, paiono rilucere più corposamente in questa baita di montagna – solida come la pietra e calda come il legno.
Molti piccoli locali nei quali perdersi, mettendo a confronto le opere dei tre artisti, diverse eppure assimilabili. Un gioco di associazioni di idee e sensibilità che la tranquillità del luogo favorisce; dove poter assaporare, attraverso l’arte, momenti di vita meno convulsi e stressanti di quelli ai quali siamo abituati.
Pubblicato (con modifiche) su Artalks.net, il 24 luglio 2016
In copertina: una vista della stanza a giorno dello Studio Simi mentre ospita alcune sculture di Ugo Guidi (foto di Luciano Uggè, scattata con il permesso degli organizzatori, tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione)