La Confindustria minaccia e, dagli States, ‘appare’ McKinsey
di Simona Maria Frigerio
È quasi primavera e, nell’aria, si sente odore… di regime. Quello fascista, ovviamente; quello dei treni che arrivavano sempre in orario, nessun fatto di cronaca nera, l’autarchia che funzionava a pieno ‘regime’ (leggasi il doppio senso) e il Duce che passava dai campi alle fabbriche col medesimo cipiglio perché l’uomo forte risolve sempre tutto, mentre le corporazioni regalavano la pax sociale (che discendeva direttamente dalla Pax deorum romana) con l’abbattimento a suon di manganello delle confederazioni sindacali. Ora, passare dal Governo Mussolini a quello Draghi so che vi parrà volo pindarico assai – e le istanze dei due sono obiettivamente agli antipodi – ma la fede messianica degli ultimi mesi (à vrai dire dal Conte bis buon padre di famiglia in poi…) nel maschio risolutore è talmente comune ai due tristi periodi storici e così connaturata al ‘fiero popolo italico’ che ci scuserete l’ardito paragone.
Qualche lettore di quotidiani blasonati o spettatore di telegiornali si sarà già dimenticato che il summenzionato Conte bis (quello del piano pandemico, della chiusura dei voli dalla Cina per ‘salvarci’, delle manfrine sul ‘libera tutti’, dei 5 miliardi regalati col cashback, dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico che si è dovuti desecretare per scoprire che smentivano l’allora Premier, del monopattino elettrico che fa tanto green, eccetera) è cascato sulla buccia di banana renziana delle task force, perché si pretendeva che, giustamente, decidesse il Parlamento – insieme di eletti che agli elettori rispondono – sulle priorità socio-economiche dello Stato da rilanciare con il PNRR (e i conseguenti fondi europei).
Poco più di un mese fa (non 70 anni fa…) si decide quindi che gli italiani, a differenza ad esempio dei catalani, non possono andare a votare e che il Presidente della Repubblica debba formare l’ennesimo Governo di unità o ‘salvezza’ nazionale, trovando un nome al di sopra delle parti, economista illustre, tecnico sopraffino, politico con autentico senso dello Stato (che tutti avevano da mesi sulla punta della lingua), capace di riunire l’intero parterre politico – dalla Leu alla Lega (solo Fratelli d’Italia non avendo ceduto al ‘papocchio’). Sono seguiti immani sforzi per partorire un Governo tra il tecnico e il politico in grado di stendere un piano di ‘resilienza’ che l’Europa avrebbe approvato per sganciare a rate i famosi 200 miliardi. E terminata una tale raffinata manovra scopriamo – grazie a Radio Popolare – che a nulla è servita l’opera del fine ‘tessitore’ se dobbiamo ricorrere, in gran segreto, a una società privata statunitense per farci aiutare – ossia alla McKinsey. E tutto questo tramare per quei 200 miliardi, che saranno tanti ma forse non così tanti se si pensa agli interessi che dovremo pagare, al fatto che comunque sarà l’Europa a decidere sulla validità o meno dei possibili investimenti, e che paiono ancor meno se li paragoniamo ai 160 miliardi di debito pubblico accumulati nel solo 2020 per far fronte a bonus e ristori – che si sono dimostrati cifra tra l’insufficiente e l’inutile.
Dagli Stormy Six alla multinazionale degli scandali
Ovviamente tutto questo pezzo è un racconto satirico di fantapolitica al quale non dovrete assolutamente credere. Stiamo infiorettando, alla siciliana (in sottofondo il Commissario Montalbano di cui scriveremo altrove). Stiamo solo sfogliando qua e là da quotidiani simil-Pravda, tipo The New York Times. Ma la scelta che ormai appare chiaramente all’orizzonte è quella tra economia reale e finanza internazionale. E da anni i nostri imprenditori dimostrano che i loro obiettivi non sono il prodotto di qualità, la ricerca o l’innovazione bensì il risparmio sul costo del lavoro, il taglio degli oneri sociali e l’impoverimento dei materiali per realizzare un plusvalore che non copra più solamente il rischio d’impresa ma sia utile per sempre maggiori investimenti in Borsa. Come farlo al meglio se non con l’aiuto degli ‘americani’? È in questo quadro che si inserisce la multinazionale statunitense, ossia la McKinsey, che risulterebbe – da quotidiani notoriamente di ‘estrema sinistra’ come il succitato New York Times – abbastanza ingolfata in cause e denunce anche pesanti, sia a livello etico che legale. La più recente in ordine di tempo riguarderebbe il coinvolgimento di McKinsey con l’azienda farmaceutica Purdue Pharma, la quale sarebbe stata consigliata dalla prima di spingere al massimo le vendite di un oppioide, l’OxyContin (e chissà come farà il leader della Lega, che va a suonare ai citofoni per denunciare gli spacciatori, a fidarsi di simili consiglieri) “persino dopo che era stato provato che dava assuefazione e poteva causare un’overdose”. Per questi ‘ineccepibili suggerimenti’ di marketing (dato che ciò che conta è il fatturato), McKinsey si è impegnata a versare 573 milioni di dollari quale risarcimento a fronte di una serie di cause portate avanti dai procuratori generali di 49 (secondo Il Sole 24 Ore) Stati degli US. Ulteriori coinvolgimenti con i produttori di oppioidi (sempre secondo il blasonato quotidiano economico-fianziario italiano), la vedrebbero al fianco di Johnson & Johnson (la stessa azienda che produce un vaccino per il Covid-19). Secondo TRT World, McKinsey ha consigliato altresì la US Immigration and Customs Enforcement Agency (ICE) su come amministrare in maniera efficiente le proprie strutture di detenzione – per i migranti – e ha proposto, ovviamente, tagli al budget, ottenuti, ad esempio, risparmiando sulle derrate alimentari per i detenuti. E ancora, nel 2016 McKinsey ha restituito al Governo sudafricano 100 milioni di dollari a causa di una vicenda di corruzione talmente grave da portare alle dimissioni del capo del governo di Pretoria, Jacob Zuma. Tra i suoi clienti, inoltre, annovera il principe Mohammed Bin Salman – accusato a livello internazionale se non di un coinvolgimento diretto, almeno di aver saputo che si sarebbe attuato l’omicidio del giornalista Jamal Ahmad Khashoggi.
Scuola via Dad, cultura azzerata, sanità privatizzata
Continuiamo a fare fantapolitica e – considerando che i nostri consiglieri saranno a stelle e strisce – cogliamo, ad esempio, nelle esternazioni del Ministro Patrizio Bianchi sul continuare ad avvalersi della Dad anche a emergenza finita, un invito a tagliare sulle spese per l’istruzione. Con la Dad potrà bastare la metà degli insegnanti attualmente in carica; le scuole – come palazzi, soprattutto se antichi o in zone centrali – potranno essere vendute; il personale amministrativo ridotto all’osso; così come azzerati i costi di manutenzione e di conduzione. La classe dirigente avrà, come sempre, disponibilità di scuole private o potrà andare all’estero.
Teatri, musei e cultura in senso lato possono anch’essi subire un drastico ridimensionamento o essere privatizzati. In fondo, perché il Piccolo di Milano non dovrebbe funzionare come Broadway, tra musical e donor, filantropi e sponsor? Mentre i musei che sbigliettano milioni di visitatori avranno un futuro sempre più commerciale e le piattaforme suppliranno alla mancanza di ricerca. Forse… E per finire la sanità, che si è dimostrata un buco nero in ogni senso in questa crisi, potrebbe essere riformata alla tedesca o, meglio, alla statunitense, con l’obbligo per ogni cittadino di iscriversi a un’assicurazione privata (o, nel caso teutonico, una cassa privata o, alternativamente, pubblica) che, ovviamente, avrà costi molto più alti di quanto oggi versiamo alle regioni per la Sanità e la scelta delle prestazioni a cui abbiamo diritto dipenderà da quanto possiamo versare.
Il mondo del lavoro ribolle sottotraccia
Come ai tempi del Duce, in Italia – a parte il Covid – non succede più nulla. Nessuno muore di cancro dovuto all’inquinamento o per incidenti sul lavoro, e anzi le vertenze sindacali sembrano essere sparite dall’agenda, se non politica sicuramente mediatica. Eppure…
Forse non ve ne sarete accorti ma l’8 marzo, oltre alla retorica Festa della Donna, c’è stato uno sciopero generale che ha interessato tutte le categorie del pubblico e del privato, indetto dai Sindacati di base. Il 1° marzo, invece, le categorie in mobilitazione erano, da una parte, gli insegnanti di ogni ordine e grado visto lo sciopero nazionale proclamato dal Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente che riguardava “il personale docente e dirigente, di ruolo e precario, in Italia e all’estero”; e, dall’altra, il terziario, con Confesercenti e Confcommercio in piazza perché, come afferma la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa, Federica Grassini, a PisaToday.it: “Siamo in presenza di una situazione drammatica, con migliaia di imprese chiuse, aggravata dal fenomeno delle cosiddette imprese zombie, ben 1.700 aziende inattive che si mantengono in vita solo grazie ai ristori e al blocco dei licenziamenti e che a breve termine chiuderanno per sempre”. Ma percorriamo l’Italia, a questo punto, e mettiamo solo qualche bandierina qua e là per segnalare alcune (poche) tra le tante vertenze attualmente in atto. Vediamo come va partendo dalla Liguria, dove i portuali hanno incrociato le braccia dopo la lettera dei terminalisti genovesi di Confindustria che chiudevano la missiva con queste parole: “la Sezione Terminal Operators ha richiamato più volte le Organizzazioni Sindacali al senso di responsabilità, in un momento in cui una giornata di lavoro costituisce un privilegio”. Già da anni gli industriali italiani tentano di far passare l’idea che debbano essere i lavoratori a pagare i loro datori di lavoro, chissà cosa pretenderanno se tale lavoro diventa addirittura un ‘privilegio’.
A Melfi, invece, al momento vi sono due vertenze in essere, una dei lavoratori della Auchan e l’altra in Stellantis (ex Fca, che ha ricevuto garanzie dal nostro Governo per un prestito bancario di oltre 6 miliardi di Euro solamente pochi mesi fa). Quest’ultima ha imposto fermi produttivi parziali fino ad aprile e ha già tagliato sul personale delle mense e delle pulizie (come denuncia VultureNews.net). A nord, invece, continua la vertenza con la Henkel, multinazionale tedesca presente sul nostro territorio che vuole chiudere lo stabilimento di Lomazzo per concentrare tutta la produzione nel solo sito di Ferentino. Ma torniamo a sud con la never ending story dell’ex Ilva, e registriamo che ArcelorMittal ha comunicato ai sindacati (come da breve de IlFattoQuotidiano.it): “il ricorso alla Cig ordinaria per un periodo ‘presumibile’ di 12 settimane, a partire dal 29 marzo, per un massimo di 8.128 dipendenti distinti fra quadri, impiegati e operai per il sito produttivo di Taranto. Ovvero l’intera forza lavoro del sito”. E risaliamo a nord per la vertenza dei lavoratori della Texprint di Prato, per poi ridiscendere a Napoli, dove Whirlpool promette licenziamenti a partire dal 1° aprile (dato che fino al 31 marzo vi è lo stop governativo agli stessi?).
E chiudiamo con un fallimento morale. Come scrive Ansa.it Lombardia: “Daniele Nappo, direttore dell’Istituto Freud di Milano, oltre 750 studenti delle superiori”, dopo il nuovo Dpcm che prescrive ulteriori chiusure negli istituti di ogni ordine e grado afferma: “Tranne che per chi ci lavora, la scuola non è mai stata in cima alla lista delle precedenze, ma delle preoccupazioni. Sono i giovani a pagare, adesso. Pagheremo tutti, domani, per questo buco nero educativo senza precedenti”.
Tra Orwell e Cassandra, scegliamo V per Vendetta
“Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo Paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c’era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l’avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso”.
Venerdì, 12 marzo 2021
In copertina: V per Vendetta.