Al CAMeC della Spezia il docu-film d’arte sul G8 di Genova 2001
di La Redazione di InTheNet
La mostra/eventi dedicata alle molteplici sfaccettature artistiche di Giacomo Verde giunge alla seconda tappa e un’istituzione pubblica come il CAMeC apre le proprie porte per ospitare, fino a settembre, Solo Limoni (1), un reportage artivista sulle giornate del Genoa Social Forum 2001.
Le immagini di quei giorni, filtrate dalla sensibilità di Verde, si ripropongono a noi in tutta la loro feroce bellezza: la bellezza degli ideali di un’intera generazione che si infrange contro la violenza di quel potere che voleva mettere a tacere, innanzi tutto, un movimento critico nei confronti del capitalismo, della globalizzazione e dello sfruttamento delle risorse naturali e umane.
Il corpo di Carlo Giuliani – paradigma di quella violenza – che Verde immortala con un lunghissimo piano-sequenza, sebbene a volte accelerato, perché non è possibile staccare e montare la realtà: scelta poetica stringente e autentico pugno nello stomaco; le riprese che, a volte, si perdono in quel cielo terso nella concitazione degli avvenimenti, nella tensione degli attimi; l’allegria ingenua di giovani militanti che pensano di potersi riparare dalla ferocia con elmi di cartone e corazze di gommapiuma colorati; le immagini crude che si liquefano tra le frasi poetiche di Lello Voce aprendo squarci in una coscienza, la nostra, straniata.
Prima della trasmissione del video artivista, la collega di InTheNet, Simona Frigerio, ha fatto un breve preambolo tratto dal doppio reportage pubblicato sul nostro Settimanale che scandisce i passaggi politici che portarono al Genoa Social Forum – da Seattle a Porto Alegre – e quel finale, prima alla Diaz e poi a Bolzaneto, che Verde non poté documentare né reinterpretare perché lasciò Genova la sera del 21 luglio (2).
Il giornalista di Articolo 21, Roberto Rinaldi, ha letto il resoconto inedito di Francesco Pivetta che, con accorata compartecipazione, ha raccontato quelle stesse giornate (racconto che sarà pubblicato venerdì prossimo, 29 luglio, sulle pagine online di InTheNet), mentre Dalila Flavia D’Amico, studiosa nel campo delle Arti visive e performative, ha presentato il video di Verde da un punto di vista non solamente tecnico ma altresì personale – sottolineando come l’artivista non lavorasse mai sull’ovvio ma riuscisse a creare aperture di senso, ad esempio, con la scelta pregnante delle musiche oppure chiedendo al poeta Lello Voce non di commentare le immagini bensì di straniarne ulteriormente i significanti per rendere il contenuto ancora più urticante.
Dopo la proiezione di Solo Limoni (che sarà visibile, nella seconda sala espositiva, fino a settembre), la docente della Statale di Milano, Anna Maria Monteverdi, ha puntellato quelle giornate con brevi ricordi personali e ha sottolineato come questo video, in certo senso, è un perfetto paradigma dell’arte di Verde: ruvida, scabrosa e mai riconciliata. Anche un museo, ha aggiunto, per essere non semplice contenitore di opere morte, ma vivo e pulsante cuore culturale deve porsi nel medesimo modo perché l’arte – come il teatro – se vuole essere tale, ricoprendo un proprio ruolo nella società, non può che essere terreno di confronto con la stessa, mai pacificato, bensì irrisolto e disturbante.
(1) Il video e la presentazione sono disponibili anche online:
https://www.verdegiac.org/sololimoni/
(2)
venerdì, 22 luglio 2022
In copertina: Foto di Shutterbug75 da Pixabay.