
Un uragano di creatività
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
«Vedendo il temporale, ho pensato che Torino e io facciamo contatto!», ride Blanca Li mentre si scatena il diluvio fuori dal Teatro Astra. Dentro, l’energia liberata e liberatoria di Elektro Kif.
Per coloro che non fossero stati presenti, due anni fa, al castello di Aglié – prima della presentazione, funestata dal maltempo, di Le Jardin des Délices – l’affermazione della coreografa spagnola – da molti anni attiva in Francia – potrebbe suonare bizzarra: ma la verità è che a ogni debutto di Blanca Li sui palcoscenici del Festival Teatro a Corte, gli elementi si scatenano e l’elettricità sembra invadere la tranquilla atmosfera torinese.
Eppure, mai come in questa occasione, weather e time si sono trovati a battere all’unisono: sulla scena dell’Astra, Li ha portato infatti otto performer che, dalla banlieue francese, si sono tasferiti a Torino per raccontare, attraverso la danza, la loro quotidianità: sui banchi liceali, sul campo da basket, nella mensa scolastica, davanti al pc o all’ultimo videogioco.
Trasformando con intelligenza tic, nevrosi, luoghi comuni, gesti propri della ritualità dei giovani di periferia, in autentici passi e movimenti di danza, Blanca costruisce uno spettacolo che riesce in più intenti. Restituisce la complessità caratteriale di ciascun personaggio – godibilissima l’immedesimazione e, insieme, la parodia di Michael Jackson. Secondo, racconta una storia a più voci che, oltre a tracciare chiaramente le attività quotidiane dei liceali francesi, sa tingersi di emozioni quando descrive litigi e momenti di tensione e competitività, comuni all’interno dei e tra i diversi gruppi di appartenenza. E ancora, eleva il gesto comune a gesto puro, e il movimento del performer di elektro dance in passo a due, ensemble, perfetta diagonale disegnata in uno spazio artistico: estraendoli dal contesto e, contemporaneamente, facendo precipitare la danza in quel contesto – con un rimando diretto all’universo del balletto classico, che era sì sulle punte ma, soprattutto, voleva e riusciva a raccontare storie, personaggi ed emozioni umanissime.
Uno spettacolo divertente, a tratti autoironico, spesso emozionante, dove la carica degli interpreti arriva direttamente a un pubblico che fatica a rimanere seduto in poltrona.
Luci perfettamente rispondenti agli stati emozionali e al passare delle ore del giorno, costumi multicolori, tempi precisi e quadri ben ritmati. Musiche che si sposano al gesto e suggeriscono rimandi all’immaginario collettivo.
A fine spettacolo, party e dj set offerti dal Festival al suo pubblico, in un locale torinese in riva al Po: metà Bangkok e metà Berlino, la città sabauda appare sempre più europea e proiettata verso il mondo. Anche gli otto danzatori arrivano per godersi un po’ di riposo e una cena all’aperto – adesso che il cielo sembra essersi rasserenato. Qualche foto scattata col cellulare da inviare a parenti e amici, un po’ di confusione su dove sedersi – dentro o fuori, lungo il fiume – e tanta allegria: per il successo ottenuto e per un inizio di festival più effervescente che mai.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Teatro a Corte:
Teatro Astra
venerdì 6 luglio 2012, ore 21.00
Elektro Kif
messa in scena e coreografia Blanca Li
danzatori Khaled Abdulahi, Jeremy Alberge, Arnaud Bacharach, Roger Bepet, William Falla, Slate Hemedi, Alou Sidibe e Adrien Sissoko
musiche originali Tao Gutiérrez
luci Jacques Châtelet
assistente alla coreografia Geraldine Fournier
costumi Françoise Yapo
venerdì, 5 maggio 2023 (la recensione riguarda lo spettacolo andato in scena il 6 luglio 2012, in originale in Anche i critici nel loro piccolo…)
In copertina: Una scena dello spettacolo (foto di Patrick Fischer, dalla gallery presente sul sito https://www.blancali.com/en/event/1/elektro-kif)