
In viaggio verso Petra
La perla più preziosa della Giordania
di Luciano Uggè
I mesi della tarda primavera sono i migliori per godersi un viaggio a Petra senza dover sopportare l’afa estiva – anche se, soprattutto a fine inverno, si rischiano gli ultimi temporali della breve stagione umida e d’altro canto, fino a fine giugno, le temperature sono ancora sopportabili. Ma siccome gli italiani vanno in ferie quasi sempre in agosto, occorrerà fare di necessità virtù e ricordarsi almeno che, in un viaggio in Giordania, occorre portarsi dietro una crema solare ad alta protezione, una kefiah per proteggere la testa (da inumidire sempre prima delle escursioni) e, durante la visita alla città rosa, non scordarsi almeno due litri d’acqua a testa.
Petra è una perla che luccica all’interno di un panorama brullo, disabitato, a volte spazzato dal vento – caldo o freddo a seconda del periodo dell’anno. Come nel caso dei Templi di Abu Simbel, in Egitto, non è facile per il visitatore credere che, spingendosi in una gola lunga oltre un chilometro, denominata Siq – che era originariamente un letto fluviale e ora scorre nel bel mezzo di un deserto arido e roccioso – si ritroverà, d’un tratto, catapultato in una tra le metropoli più splendide dell’antica Grecia e della Roma imperiale.



Situata nel sud della Giordania, tra il Golfo di Aqaba e il Mar Morto, Petra è stata la capitale del Regno Nabateo, in parte edificata e in parte scavata nella roccia, resa fertile grazie alla capacità dei suoi abitanti di conservare l’acqua piovana. Successivamente, in epoca ellenistica e, più tardi, con l’annessione da parte dei romani, divenne un centro nevralgico per le carovane che trasportavano incenso dallo Yemen – nella penisola arabica; perle dal Mar Rosso, seta dalla Cina e, ancora, spezie dall’India. La sua centralità le ha permesso di rimanere un importante snodo commerciale per secoli e proprio la sua ricchezza e la continuità temporale dei regni che ivi si sono succeduti, la rendono oggi stimabile sia per gli archeologi sia per i semplici turisti.
Patrimonio dell’Umanità dal 1985, il parco archeologico di Petra conserva soprattutto un vasto complesso tombale e le elaborate architetture templari che l’hanno resa famosa nel mondo. La ‘città rosa’ deve il suo appellativo al colore della roccia in cui è scavata, ossia un’arenaria policroma di età paleozoica.
Al-Khazneh (il Tesoro), in epoca moderna votata tra le Sette meraviglie del mondo, si pensa fosse il mausoleo del re nabateo, Aretas IV, vissuto nel I° secolo d.C. Tra gli altri monumenti da non perdere, Al Deir, ossia il Monastero, la cui facciata (sebbene meno ornata del precedente) è più imponente, misurando 45 metri in larghezza e 42 in altezza. Datato I° secolo a.C. era probabilmente un edificio legato a un qualche rito funebre connesso con la personalità del re nabateo Obodas I°.
La visita poi può continuare tra le tombe reali e il Teatro Romano, ancora ottimamente conservato.



venerdì, 7 luglio 2023
In copertina e nel pezzo: foto di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione)