Visavì Dance Festival: report di venerdì 10 e sabato 11 ottobre 2025
di Simona Maria Frigerio
La giornata di venerdì 10 vede protagonista la Compagnia Virgilio Sieni con Sulla leggerezza, in prima assoluta. In realtà, al di là del titolo, sembra più un invito a trovare un nuovo equilibrio, a livello individuale e collettivo. Icastica la scena finale col corpo ricoperto da lenzuola bianche e da applauso la bandiera con Free Palestine appoggiata per terra sul palco (mentre un perfomer indossa la kefiah) a sottolineare che il messaggio è univoco e deve essere chiaramente recepito – senza se e senza ma. Lo spettacolo, al contrario, solleva molti se e molti ma. La scelta delle musiche, ad esempio: perché un brano jazz, all’inizio, e non palestinese o arabo? Se il filo conduttore è che vi sia stato un passato più sereno a Gaza, anche la musica avrebbe dovuto essere più indicativa della tematica, soprattutto quando le succede un lungo brano mono-tono (a scandire la plumbea quotidianità attuale). Così come non si riesce a leggere un’autentica linea drammaturgica al succedersi di quadri (assolo, passi a due ed ensamble), che risultano slegati. Del resto, anche la differenza qualitativa dei performer non aiuta a creare un’amalgama coesa (le danzatrici soprattutto non brillano). Se, al contrario, la sottotraccia fosse solamente il bisogno collettivo di maggiore leggerezza, non si comprenderebbe la chiusura così marcata sulla tragedia palestinese.
In prima serata, la Gauthier Dance/Dance Company Theaterhaus Stuttgart presenta Turning of Bones. Non essendo riuscita a seguire lo spettacolo, rimando alla recensione del collega Luciano Uggè su Persinsala.it, che inizia il suo pezzo scrivendo: “Uno spettacolo potente che, a tratti, attanaglia alla gola lo spettatore. La musica è avvolgente, abbatte la quarta parete, si fa spazio al quale anche chi osserva partecipa. Il light designing è di una puntualità e pregnanza significativi. La scenografia sembra accoglierci in una grotta o in un utero materno, oscuro e liquido, ove i singoli danzatori si muovono circondati da presenze minacciose, sempre pronte a scatenarsi in danze ipnotiche – come se fossimo precipitati, tutti, al centro del cerchio di un rito tribale” – vedasi (1)
Il sabato, alle 18.30, il Teatro di Stato di Mainz presenta Trailer Park, più che uno spettacolo, un insieme di quadri estemporanei su brani musicali ancora più estemporanei (tipo i trailer dei film). La coreografia di Moritz Ostruschnjak non riesce a restituire alcun discorso coeso: si vuole criticare il mondo dello sport che si vende agli sponsor (visto l’abbigliamento fitness e le lattine di birra?). Oppure si narra la disillusione congenita a qualsiasi sogno infantile? O ancora, come il mondo della comunicazione e dell’entertainment si sia ridotto a jingle e stereotipi? Difficile capirlo anche perché a volte prevale la parodia, come sul tema musicale da western. Ma nella maggioranza dei casi, il gesto è totalmente sconnesso o appiattito su quello giovanilistico da rapper. Per fare un esempio, qual è il nesso semiotico tra i movimenti in libertà e il brano della buonanotte, tratto dal melenso Tutti insieme appassionatamente (film con Julie Andrews pre-Blake Edwards, 2)?
In chiusura di primo weekend festivaliero, Mio cuore, io sto soffrendo. Cosa posso fare per te?, ideato da Antonio Marras, una performance site-specific – quasi una Antologia di Spoon River, declinata in monologhi, in gran parte postmortem, come nei famosi epitaffi di Edgar Lee Masters, di uomini e donne divisi dalla frontiera e dalla Cortina di Ferro tra Gorizia e Nova Gorica, dopo la Seconda Guerra Mondiale. A scandire e inframmezzare i racconti la movimentazione a vista degli oggetti di scena che assumono significati diversi dal loro significante (per esempio, le reti metalliche possono rappresentare metaforicamente la cortina di ferro). Precisi i performer nell’eseguire la coreografia, mentre non tutte le parti recitate sono allo stesso livello – i più convincenti, ricordiamo, il racconto della donna che ha perso la gamba, il padre seppellito lontano dalla moglie nemica/amatissima, il giovane che cerca una nuova compagna con la stessa lingerie della propria amata, l’uomo che ricorda lo sguardo della madre quando si mise il suo rossetto, la donna col cappotto foderato di rosso. Altri scivolano via o sembrano meno connessi al discorso di frontiera, barriera, divisione (pensiamo alla figlia che avverte la madre che andrà lei a dormire col padre: forse il tabù dell’incesto ha ancora un suo perché). Al contrario, travolgente e liberatorio il finale sulle note di Rita Pavone (3).
Gli spettacoli sono andati in scena nel corso di Visavì Festival:
venerdì, 10 ottobre 2025, ore 18.30
Kulturni Center Loize Bratuž
Gorizia
Compagnia Virgilio Sieni presenta:
Sulla leggerezza
(prima assoluta)
ore 21.00
Teatro Comunale Giuseppe Verdi
Gorizia
Gauthier Dance/Dance Company Theaterhaus Stuttgart presenta:
Turning of Bones
(prima nazionale)
sabato, 11 ottobre 2025, ore 18.30
SNG Teatro Nazionale Sloveno
Nova Gorica
Teatro di Stato di Mainz presenta:
Trailer Park
coreografia Moritz Ostruschnjak
(prima nazionale )
ore 21.00
Unione Ginnastica Goriziana
Gorizia
Mio cuore, io sto soffrendo. Cosa posso fare per te?
ideazione Antonio Marras
(performance site-specific)
(1) La recensione del collega Luciano Uggè: https://teatro.persinsala.it/sulla-leggerezza-turning-of-bones-trailer-park-mio-cuore-io-sto-soffrendo-cosa-posso-fare-per-te-visavi-festival-2025/70337
(2) Il video tratto dal film: https://www.google.com/search?client=safari&rls=en&q=la+canzone+della+buona+notte+di+tutti+insieme+appassionatamente+youtube&ie=UTF-8&oe=UTF-8#fpstate=ive&vld=cid:f43c772f,vid:wBQ-dgjPhF0,st:0
(3) Rita Pavone a Canzonissima, 1971:
venerdì, 24 ottobre 2025
In copertina: Sulla leggerezza, foto di Luigi Gasparroni (tagliata lateralmente per ragioni di layout)

