
Interdisciplinarietà, tecnologia e bellezza
Torna, con la seconda edizione, La Settimana delle Residenze Digitali – da lunedì 22 a domenica 28 novembre. Un appuntamento che vedrà protagonisti Chiara Taviani, Jan Voxel, Giacomo Lilliù/Collettivo Ønar e Lapis Niger, Margherita Landi con Agnese Lanza, i Fuse*, Montanini/Di Maio/Albertini, e Mara Oscar Cassiani – con performance innovative nel panorama teatrale italiano, a cui il pubblico potrà accedere online.
Ciò a cui assisteremo potrà essere il lavoro concluso oppure la restituzione della fase del processo creativo alla quale sono giunti gli artisti in ‘residenza digitale’. In questo caso, sarà ancora più interessante seguire i vari appuntamenti dato che saremo invitati a scoprire le potenzialità di progetti performativi nel momento in cui possono ancora seguire strade diverse o arricchirsi di nuovi spunti e contenuti.
A promuovere l’iniziativa, il Centro di Residenza della Toscana (Armunia e CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e La Corte Ospitale di Rubiera), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano.
Quando e come nasce il progetto
L’idea di Residenze Digitali si è sviluppata in pieno lockdown, nella primavera del 2020, e per comprendere questa prima fase abbiamo intervistato Luca Ricci – condirettore di Kilowatt Festival con Lucia Franchi ed entrambi coordinatori, insieme ad Armunia, della prima e della seconda edizione del progetto: «L’11 marzo 2020 abbiamo chiesto a cinquanta colleghi del mondo dello spettacolo di leggere un pezzetto di C’era due volte il Barone Lamberto di Gianni Rodari e lo abbiamo trasmesso online a puntate. Un progetto che ha raggiunto oltre 180 mila visualizzazioni. Verso la fine, un nostro collaboratore storico, Gianluca Cheli, responsabile della comunicazione e social media manager, ci ha incoraggiati a sviluppare un’idea partendo dagli ottimi risultati ottenuti e ci ha proposto di trasferire sul digitale il percorso di residenze che, di solito, facciamo presso il Teatro della Misericordia di Sansepolcro. Dopo questo spunto, Lucia (Franchi) e io abbiamo chiamato Angela Fumarola e Fabio Masi, di Armunia – dato che anche la loro realtà fa parte del Centro di Residenza della Toscana – e abbiamo chiesto la loro adesione. Dopodiché abbiamo contattato gli artisti per comprendere se ci fosse un interesse da parte loro e poi abbiamo pubblicato un Bando nel quale abbiamo specificato che l’obiettivo non era ricevere le riprese video dei loro spettacoli, bensì progetti che trovassero nell’ambiente digitale uno spazio di sviluppo ideale. Pensati, quindi, appositamente per quello spazio. Dopo il lancio del Bando è successo qualcosa di inaspettato: in un Paese dove difficilmente si aderisce ai progetti altrui, ci sono arrivate le richieste di adesione come partner di Anghiari Dance Hub e di Amat. In corsa, siamo così riusciti a offrire non più due bensì cinque residenze digitali agli artisti che avremmo selezionato».
Luca Ricci prosegue soffermandosi sulla figura delle tutor: «Da subito ci siamo resi conto di voler coinvolgere dei professionisti con competenze specifiche e, di conseguenza, ci siamo rivolti ad Anna Maria Monteverdi – forse la principale studiosa, in Italia, nell’ambito delle tecnologie multimediali applicate allo spettacolo dal vivo – e a Federica Patti che, negli anni, ha sviluppato un processo trasversale tra il teorico e il pratico, sia come curatrice di rassegne di produzioni digitali sia come studiosa. Quest’anno, poi, essendo aumentati i partner e, di conseguenza, il numero di residenze artistiche offerte, ci siamo rivolti altresì a Laura Gemini, professoressa associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi, con ampie e comprovate competenze nel settore».
La selezione dei progetti è stato il primo scoglio da superare, così come il chiarire gli obiettivi del Bando ed è sempre Ricci a spiegare: «Non ci interessava un qualcosa che sostituisse lo spettacolo dal vivo, sebbene qualcuno in quei primi mesi ci accusasse di voler ‘ammazzare’ il teatro. Per fortuna, il teatro, non lo ammazza nessuno e la sua forza, secolare, è quella di essere un incontro tra esseri umani dal vivo. Noi si andava a esplorare uno spazio ulteriore, che molti artisti praticano da tempo. In quel frangente, però, nel mondo dello spettacolo dal vivo, il nostro è stato il tentativo più strutturato di portare avanti tale esplorazione. La risposta è andata aldilà delle nostre aspettative: l’anno scorso ci sono arrivate quasi trecento domande e, a quel punto, ci siamo incamminati in quella che poteva considerarsi una ‘terra sconosciuta’ per scoprire quali progetti trovavano, nello spazio digitale, un valore aggiunto. Oltre ai cinque selezionati, abbiamo fatto una lista di altrettante proposte che ci parevano interessanti. Una tra queste, mi piace ricordarlo, è stata sostenuta da un altro soggetto, ATCL, che nel frattempo si era aggiunto come partner».
Un successo che si è deciso di replicare anche nel 2021. È ancora Luca Ricci a sottolineare come in questa seconda edizione si siano aggiunti, come partner: «Il Teatro della Tosse, Zona K e le due realtà che compongono il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna». E aggiunge: «Ovviamente quest’anno hanno risposto al Bando un numero inferiore di artisti – dato che, l’anno scorso, a causa del lockdown, gli stessi avevano poche opportunità di continuare il proprio lavoro dal vivo – però con dei progetti molto più mirati. Rispetto ai 178 progetti presentati, la mia sensazione è che il livello medio sia più alto. Dei sette scelti, direi che la differenza risiede nel fatto che almeno due – se non tre – fra gli artisti coinvolti hanno già una loro storia in ambito digitale e vantano un pubblico che li segue da anni. E però tengo a sottolineare che abbiamo dialogato anche con artisti che finora non avevano mai esplorato questi media e che hanno approfittato del Bando per sviluppare un’idea, appropriandosi – nel contempo – di nuove competenze grazie alle Residenze Digitali. Vorrei chiudere ricordando che noi tutti – partner, artisti e tutor – ci siamo sentiti e confrontati più volte nel corso dell’intero processo, che è durato ben sette mesi. E ogni mese, il dialogo è diventato collegiale. Siamo cresciuti insieme. Questo, credo sia uno tra i valori aggiunti del nostro progetto».
Il dialogo tra tutor e artisti
Per comprendere meglio la ricca proposta performativa, abbiamo contattato le tre tutor che hanno seguito gli artisti e le artiste nell’elaborazione dei progetti – alcuni dei quali ancora in progress e che, quindi, si svilupperanno ulteriormente nei prossimi mesi. Le performance in fieri o finite, che saranno presentate al pubblico online, si sono avvalse, come raccontato da Luca Ricci, del confronto con tre personaggi di spicco del mondo accademico italiano.
A raccontarci il dietro le quinte, sono quindi intervenute Laura Gemini, professoressa associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi e docente di Linguaggi mediali, performance e forme dello spettacolo, co-direttrice dell’Osservatorio sui pubblici dal vivo dell’Università di Urbino Carlo Bo – la quale, prima di entrare nel merito, ha tenuto a ricordare come «nel campo delle scienze della comunicazione, a livello accademico, l’interesse per il digitale» abbia portato anche «a ridefinire l’offerta formativa su dei percorsi laboratoriali specifici». Il digitale è entrato, quindi, a pieno titolo non solo nel settore artistico, dato che «la costruzione di consapevolezza critica e di professionalità nel campo è in continuo sviluppo anche a livello universitario». (Tra le sue pubblicazioni ricordiamo, Liveness: le logiche mediali nella comunicazione dal vivo, in Sociologia della Comunicazione, n. 51, 2016; e Antidoto liveness. La performance dal vivo durante il Covid-19, sempre in Sociologia della Comunicazione, n. 60, 2020).
Accanto a lei, Anna Maria Monteverdi, docente di Storia della scenografia alla Statale di Milano, autrice del volume – quanto mai inerente – Leggere uno spettacolo multimediale. La nuova scena tra videomapping, interaction design e intelligenza artificiale (e del recentissimo Scenografe. Storia della scenografia femminile dal Novecento a oggi, entrambi per Dino Audino editore). Prima di spiegare alcuni passaggi utili a comprendere meglio i lavori delle e degli artisti coinvolti, Monteverdi ha «sottolineato l’importanza anche storica di Residenze Digitali. È stata una delle rare possibilità concrete per aiutare gli artisti e permettere loro di sperimentare gli strumenti delle tecnologie e della rete in epoca di emergenza sanitaria e di chiusura dei teatri». Nel confronto tra la passata e questa edizione ha aggiunto: «Quest’anno gli artisti si sono interrogati ancora più in profondità sui contenuti veicolati dalle tecnologie, su come far interagire il pubblico distante ma presente in rete, su come creare territori teatrali transmediali e, soprattutto, su come dare corpo drammaturgico a questo teatro-schermo, teatro-desktop».
Last but not least, Federica Patti, storica dell’arte, docente e curatrice della sezione DIGITALIVE, dedicata alla contaminazione cross-over fra scienza, media e musica del Romaeuropa Festival; e che collabora altresì alla creazione e realizzazione del programma multidisciplinare DAS – Dialoghi Artistici Sperimentali presso CUBO-Unipol Bologna. Prima di affrontare le specificità dei work in progress, la studiosa ha affermato che: «Residenze Digitali offre l’opportunità ad artisti e pubblico di entrare in contatto – e direi quasi in confidenza – con un ambiente che, ormai, attraversiamo tutti, come quello virtuale. Uno spazio dove possiamo trovare contenuti specifici pensati per la sua propria dimensione e che, pur non essendo fisico, può diventare un ambiente di residenza con le proprie peculiarità». (Tra le sue pubblicazioni, segnaliamo A kind of magic in Quayola, re-coding, a cura di J. Neutres, V. Catricalà; Skira, 2021; e La performatività posthuman in L’elettronica è donna di C. Attimonelli, C. Tomeo; Castelvecchi, 2021).
Artiste e artisti: impariamo a conoscerli
Sebbene le tutor abbiano concepito il loro lavoro in modo collegiale, ognuna ci ha raccontato alcune specificità creative e tecniche delle Compagnie coinvolte per dar modo ai lettori di apprezzare al meglio le performance – cogliendo sfumature di significato e scelte artistiche che, visto anche il nuovo medium, potrebbero sfuggire a uno sguardo non ancora avvezzo.
Prima di entrare nello specifico, Anna Maria Monteverdi ha voluto sottolineare un aspetto in particolare: «Metterei insieme il lavoro di Fuse*, Collettivo ØNAR, Margherita Landi/Agnese Lanza, Chiara Taviani e Mara Oscar Cassiani (pur distanti come tecnologie) perché tutti, in qualche modo, parlano di ‘internet solitudine’, dell’esperienza della ‘loneliness digitale’, alterando a vantaggio di un nuovo teatro, la percezione normalizzata di certe tecnologie di intrattenimento e di certe piattaforme usate per ben altri scopi. Per esempio, l’uso del visore sulla danzatrice e non sul pubblico; una meditazione che trasforma gli elementi neurofisiologici del meditante solitario in sculture di dati disponibili a tutti; un ambiente di realtà virtuale nel cui panorama immersivo si ritrova il territorio deserto di una graphic novel; una nuova forma di body art digitale per una performance wi-fi based che coreografa i gesti dell’internet slang; oppure la riscrittura di una videoarte – per la Taviani – che usa il chromakee come maschera teatrale. La tematica di impegno ecologista, dunque attivista, è alla base di Jan Voxel in quello che chiamo un progetto di Antropocene in scena, dove le particelle inquinanti dell’aria diventano minuscole creature (i critters), che partecipano della performance in un’applicazione web in cui il pubblico è chiamato a interagire. Mentre il progetto del gruppo di Lorenzo Montanini riscrive da zero un nuovo teatro ragazzi con tecnologie video 360° e VR». E chiude con un auspicio: «Dato l’alto livello dei progetti presentati in questa edizione forse il prossimo anno si potrebbe pensare a una call tematizzata. Questo perché, una volta che gli ‘attrezzi si conoscono bene’, si può osare un po’ di più e si può aspirare a una resa tecno-drammaturgica di tali strumenti assolutamente inedita».
Lorenzo Montanini, Simona Di Maio e Isabel Albertini presenteranno Into the Woods – La finta nonna (da lunedì 22 a domenica 28 novembre, ore 16.00). Sette appuntamenti quotidiani per la durata di circa 10 minuti l’uno.

Into the Woods – La finta nonna
L’unico progetto pensato per i bambini, oltre che per gli adulti, nasce da un percorso, come spiega Federica Patti: «molto interessante, dato che gli artisti si sono posti la questione di come gestire una narrazione anche tecnologica nei confronti di un’audience infantile. Montanini, Di Maio e Albertini si sono domandati come potrebbero reagire i bambini nei confronti di una narrazione interattiva o di un’esperienza immersiva in realtà virtuale (VR). Il trio ha lavorato sulla composizione narrativa della favola ma anche sull’interrogativo di quale possa essere il miglior sistema tecnologico per i fruitori della performance – e non solamente per la regia – e sulle possibilità di interazione dei bambini rispetto alla fluidità della narrazione».
Il progetto che sarà presentato è completo ma, arrivati alla fine, Montanini, Di Maio e Albertini hanno deciso di proseguire questa loro indagine producendo nuove fiabe per il futuro.
Chiara Taviani presenterà Whatever happens in a screen stays in a screen (da lunedì 22 a domenica 28 novembre, ore 18.00). Otto mini-film della durata di 8 minuti l’uno – con sottotitoli in italiano e in inglese.

È ancora Federica Patti a spiegare che il progetto di Taviani «è nato durante il lockdown del 2020, quando l’artista ha scelto di lavorare sulla dimensione domestica con drammaturgie e performance pensate per tale ambiente. Piccoli spazi, intimi, lontani dalla dimensione teatrale, diventavano palcoscenici per attori e performer costretti alla distanza e che interagivano in remoto. I mini-film che saranno presentati al pubblico non sono, però, quelli originali, bensì una rielaborazione di quella esperienza in chiave più cinematografica. Girati appositamente per Residenze Digitali vedranno una collocazione al chiuso ma non necessariamente in uno spazio casalingo».
Il progetto video che sarà trasmesso è, quindi, finito ma Chiara Taviani sta lavorando a una versione spettacolare dal vivo.
Margherita Landi e Agnese Lanza presenteranno Dealing with Absence (lunedì 22 novembre, ore 21.00). La prima, coreografa e antropologa, e la seconda, danzatrice e coreografa.

con Dealing with Absence
«Le due artiste lavorano al progetto», nota Laura Gemini «utilizzando un visore VR (di virtual reality) che trasmette immagini di film – scelte dalle due artiste – alle danzatrici, da loro selezionate attraverso una call su Instagram. Quest’ultimo medium diventa esso stesso ambiente per lo sviluppo di una drammaturgia coreografica. In breve, le danzatrici si muovono nello spazio tridimensionale, indossando i visori come maschere e, attraverso gli stessi, vedono le immagini selezionate, restituendo allo spettatore a casa un progetto coreografico che è ideato da Landi e Lanza ma che accoglie altresì l’autoralità propria delle performer – ma non le immagini trasmesse dai visori».
Anche in questo caso ci troveremo di fronte a un progetto video concluso, sebbene il processo coreografico – di restituzione, partendo da immagini proposte alle danzatrici attraverso un visore – tornerà a essere indagato da Landi e Lanza in futuro.
Jan Voxel (gruppo composto dal fisico e informatico Lorenzo Belardinelli, dalla performer e regista teatrale Cinzia Pietribiasi, e dalla danzatrice e scenografa Lidia Zanelli) presenterà Olga legge i critters (mercoledì 24 novembre, ore 21.00).

In questo caso Laura Gemini ci viene in aiuto per comprendere la complessità del work in progress: «Mentre online sarà trasmesso Olga legge i critters, un live radiofonico che racconterà in modo fantastico i critters», il collettivo Jan Voxel sta realizzando un progetto artistico multimediale più vasto, dedicato alle polveri sottili: «Un lavoro scientifico e performativo, intitolato The Critters Room, che porterà a costruire una web application interattiva per rendere ‘visibile’ l’aria, e i critters, ossia le particelle che la abitano, che respiriamo e che ci circondano».
In questo caso non ci troveremo di fronte a un prodotto artistico finito, quanto a un tassello di un processo di ricerca multilinguistica che prevederà anche interventi dal vivo in varie comunità (dato che le polveri sottili ci riguardano tutti), installazioni e altri momenti performativi.
I fuse* presenteranno Sàl|Rite – Studio 0.2 (giovedì 25 novembre, ore 20.30), una meditazione guidata in live-streaming.

Federica Patti fa notare come il pubblico si troverà di fronte a “un collettivo di media artists provenienti dalla sperimentazione tecnologica e che, da anni, si confrontano con il linguaggio teatrale. Questo lavoro fa parte di una trilogia. Il tema principale» della loro ricerca «è l’interazione corporea di una danzatrice con un sistema tecnologico in cui è immersa – cercando di implementare l’interazione del pubblico nella performance attraverso la regia luci, il suono e la scenografia. Per Residenze Digitali i fuse* si sono concentrati su un’interazione che si realizza attraverso un percorso di meditazione collettiva, durante la quale i partecipanti dal vivo sono monitorati a livello di funzioni vitali e cerebrali, e i dati attinenti alle percezioni e sensazioni del pubblico diventano il materiale scenografico dello ‘spettacolo’, ossia i dati sono reinterpretati in tempo reale trasformandosi in un’operazione artistica».
Gli spettatori da casa, quindi, potranno osservare la restituzione visiva delle sensazioni monitorate al pubblico presente dal vivo, «partecipando altresì alla meditazione come a un rito collettivo».
Giacomo Lilliù/Collettivo ØNAR e il fumettista Lapis Niger presenteranno WOE – Wastage of Events (venerdì 26 e sabato 27 novembre, ore 18.30).

«Questo progetto è molto interessante», spiega Laura Gemini: «perché mette insieme input diversi sia dal punto di vista mediale o tecnologico sia della realizzazione. Un processo ideativo e creativo, ancora aperto a nuovi sviluppi, dove il collettivo parte dalla graphic novel dal sapore distopico di Martin Vaughn-James, del 1975, The Cage, per realizzare una performance in realtà virtuale da caricare sulla piattaforma Twitch. Una piattaforma che nasce per il gaming ma che vanta potenzialità interessanti per il live e l’interattività».
Progetto ancora in progress, il pubblico si troverà immerso in un ambiente costruito per immagini e suoni, del quale si sta ancora sviluppando l’impianto narrativo.
Mara Oscar Cassiani presenterà I Am Dancing in a Room_La Fauna 2k21 (domenica 28 novembre, ore 18.00). Artista wi-fi based, Cassiani lavora in ambito performativo e coreografico da anni.

Come spiega Gemini va notato il modo «in cui Cassiani ha virato l’esperienza delle Residenze Digitali nell’approfondimento delle tematiche che l’artista definisce di internet solitude, utilizzando l’immaginario della internet culture in maniera molto ricca e raffinata. Interessante, quindi, sia il contenuto sul quale sta lavorando – la solitudine digitale e i possibili rapporti all’interno dell’ambiente digitale – sia la messa a fuoco sul formato, che è parte di tale ambiente, da lei abitato quotidianamente. A differenza di altri artisti che hanno sperimentato un linguaggio per loro quasi nuovo, qui ci troveremo di fronte a un’artista già consapevole e padrona dei media che utilizza».
L’appuntamento sarà, quindi, l’occasione per aggiungere un tassello alla sua personale ricerca estetica e all’approccio al media da lei prescelto.
L’offerta performativa sarà arricchita da una serie di talk, fruibili liberamente, online da martedì 23 a venerdì 26 novembre, che ci aiuteranno a comprendere meglio tecniche e contenuti e a conoscere alcuni tra le artiste e gli artisti coinvolti.
La Settimana delle Residenze Digitali
da lunedì 22 a domenica 28 novembre
Il programma completo:
Restituzioni Online
da lunedì 22 a domenica 28 novembre, ore 16.00
Into the Woods – La finta nonna
di Lorenzo Montanini, Simona Di Maio e Isabel Albertini
7 capitoli della durata di 10 minuti l’uno, per bambini e adulti
(biglietto unico di accesso a 3 Euro, con il quale si può accedere alla piattaforma ogni giorno)
da lunedì 22 a domenica 28 novembre, ore 18.00
Whatever happens in a screen stays in a screen
di Chiara Taviani
8 mini-film della durata di 8 minuti l’uno, con sottotitoli in italiano e inglese
(biglietto unico di accesso a 3 Euro, con il quale si può accedere alla piattaforma ogni giorno)
lunedì 22 novembre, ore 21.00
Dealing with absence
di Margherita Landi e Agnese Lanza
documentazione del percorso di residenza sulla creazione coreografica in VR
durata 20 minuti
(il video rimarrà accessibile online fino a domenica 28 novembre)
mercoledì 24 novembre, ore 21.00
Olga legge i critters
live radiofonico in collaborazione con Mikroradio, estratto dal progetto The Critters Room di Jan Voxel
(Lorenzo Belardinelli, Cinzia Pietribiasi e Lidia Zanelli)
durata 30 minuti
giovedì 25 novembre, ore 20.30
Sàl | Rite – Studio 0.2
di fuse*
meditazione guidata in live-streaming
durata 75 minuti
venerdì 26 e sabato 27 novembre, ore 18.30
WOE – Wastage of events
di Giacomo Lilliù e Lapis Niger
produzione MALTE | Collettivo Ønar
live streaming
durata 40 minuti
domenica 28 novembre, ore 18.00
I Am Dancing in a Room_La Fauna 2k21
di Mara Oscar Cassiani
in diretta live-streaming
durata 45 minuti
Biglietto di accesso a 3 € per tutti i progetti
Talks Online
(a ingresso libero)
martedì 23 novembre, ore 19.00
Dust and data: cosa sappiamo delle polveri sottili
Jan Voxel dialoga con Marco Cervino, ricercatore presso l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, CNR-ISAC di Bologna
(il talk sarà disponibile sul canale YouTube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT)
mercoledì 24 novembre, ore 18.00
La realtà come relazione: Sàl│Rite – Studio 0.2
fuse* dialoga con Roberto Ferrari, istruttore di mindfulness, e Sergio Bertolucci, scienziato, fisico delle particelle ed ex direttore della Ricerca al CERN di Ginevra
(il talk sarà disponibile sui canali social di Armunia e La Corte Ospitale)
giovedì 25 novembre, ore 19.00
Occuparsi dell’aria: l’attivismo ambientale nell’Antropocene
Jan Voxel dialoga con Roberto Cardarelli, attivista di Casa Bettola, Reggio Emilia
(il talk sarà disponibile sul canale YouTube e sui canali social di Jan Voxel e AMAT)
Materiali online di supporto e narrazione dei progetti (ad accesso libero) disponibili sul sito www.thecrittersroom.it dal 31 ottobre 2021
venerdì 26 novembre, ore 21.00
I am Dancing in a Room_La Fauna 2k21
Wi-Fi performance, memestetica e Tik Tok liveness
Mara Oscar Cassiani dialoga con Kamilia Kard, docente di multimedia e nuove tecnologie dell’arte presso le Accademie di Brera e Carrara, ricercatrice e artista digitale, e con Valentina Tanni storica dell’arte, curatrice, teorica dell’iconografia di rete e docente
(sul canale YouTube e sui social di Teatro della Tosse e dei partner del progetto)
Venerdì, 12 novembre 2021
In copertina: L’immagine ufficiale di Residenze Digitali edizione 2021
Nel redazionale: Foto delle Compagnie gentilmente fornite dall’Ufficio stampa di Residenze Digitali
Realizzato nell’ambito della Media Partnership con il progetto Residenze Digitali