
Lawrence d’Arabia: maestro di coerenza
di Luciano Uggè
In un viaggio in Giordania non si può prescindere da una visita al Wadi Rum, noto anche come Valle della Luna – il deserto giordano di roccia granitica e arenaria che si estende nella parte meridionale del Paese per ben 60 km.
I deserti possono essere rocciosi (come in questo caso) o sabbiosi (ovviamente come il Sahara o le meno note dune di Genipabu nel Rio Grande do Norte, in Brasile) e devono parte del loro fascino ai differenti colori che assume il panorama a seconda della composizione delle rocce e del terreno.
Il Wadi Rum è vagamente rosato e fa da sfondo da cartolina all’alone leggendario dell’ufficiale dell’esercito britannico Thomas Edward (T. E.) Lawrence, autore de I sette pilastri della saggezza (titolo originale Seven Pillars of Wisdom), un romanzo autobiografico e, in parte, autocelebrativo che lo rese famoso nel mondo e ne fece il protagonista del film Lawrence d’Arabia – in cui era impersonato da un giovane e avvenente Peter O’Toole – sebbene la pellicola sarebbe uscita quasi trent’anni dopo la sua morte, avvenuta a causa di un banale incidente in moto nel Dorset.
Il deserto ricomprende anche diversi castelli edificati dagli Omayyadi. I due più famosi sono quelli di Kharana e di Amra, entrambi dell’VIII secolo d.C. Il terzo, per notorietà, è quello di Walid, costruito non per essere un palazzo che affermasse l’appartenenza della dinastia al mondo beduino, bensì come fortezza difensiva già in epoca Romana (nel I° secolo a.C.) e poi utilizzato dagli Omayyadi fino al 750 d.C. In quest’ultimo trascorse molto tempo Lawrence e se ne conserva tuttora un ritratto nella camera in cui si dice abbia soggiornato.



L’ufficiale britannico, infatti, percorse in lungo e in largo questo deserto durante la rivolta araba del 1917/18, ma il suo amore per il Medio Oriente era anteriore. Laureatosi in storia con una tesi intitolata The Influence of the Crusades on European Military Architecture – to the End of the 12th Century, Lawrence era rimasto affascinato dall’epoca medievale e, nel 1909, poco più che ventenne, partì per un tour dei castelli dei Crociati nella Siria ottomana, percorrendo in tre mesi ben 1.600 km a piedi. L’anno dopo accettò di unirsi a una spedizione del British Museum, su invito dell’archeologo D.G. Hogarth, e partecipò agli scavi, sulla sponda occidentale dell’Eufrate (nell’attuale Siria) di Karkemiš – importante città ittita, provincia assira e, in seguito, parte dell’impero neobabilonese, di quello persiano e centro ancora fiorente in periodo ellenistico.
Ma la fama, Lawrence la deve al suo periodo sotto le armi, essendosi arruolato volontariamente nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, e avendo poi lavorato nell’intelligence britannica – a partire dal 1916. In questo ruolo combatté contro l’esercito ottomano a stretto contatto con l’Emiro Faisal – leader della rivolta araba e futuro Re del Regno Arabo di Siria, dal 1920, e dell’Iraq, a partire dall’anno successivo.
Aldilà del taglio epico del film e di una dose di sopravvalutazione delle proprie imprese nel libro autobiografico, vero è che Lawrence partecipò a diversi combattimenti tra arabi e ottomani e, soprattutto, diede un importante contributo a livello strategico per la vittoria dei primi. Insieme a Faisal, decise infatti di non catturare Medina ma di spingersi fino a Damasco; e, totalmente sua, sembra essere stata l’idea di non attaccare direttamente gli ottomani ma di usare tattiche di guerriglia – vista la conoscenza del territorio da parte dei beduini e la loro mancanza di un rigoroso addestramento militare.



Purtroppo, il finale delle rivolte arabe fu suggellato dalla Conferenza di Pace di Parigi, conclusasi il 21 gennaio 1920 che recepiva quanto avevano stabilito in segreto Francia e Regno Unito con l’Accordo Sykes-Picot del 16 maggio 1916 (denunciato dai sovietici). Le due potenze colonialiste europee, dopo aver fomentato l’indipendentismo arabo in funzione anti-ottomana, si spartirono i territori sottratti all’Impero della mezzaluna: il Libano e la Siria finirono sotto mandato francese; la Palestina (dove gli inglesi si impegnavano ad aiutare gli ebrei a creare un loro Stato), la Transgiordania e l’Iraq sotto mandato britannico. Purtroppo, ancora oggi vediamo quali piante malate abbia seminato il colonialismo europeo in Medio Oriente. Ma soprattutto, visti i trascorsi, forse non saremo più tanto sorpresi nello scoprire quanto poco contassero gli Accordi di Minsk per l’Europa (come dichiarato recentemente da Angela Merkel).
T.E. Lawrence, però, non stette zitto, non finse che sarebbe andato ‘tutto bene’ e si dimostrò molto più degno dei suoi ‘padroni’. Si dimise, infatti, dalla carica di consigliere politico degli Affari Arabi, giungendo a rifiutare quella di viceré delle Indie e lasciò Giorgio V letteralmente a bocca aperta, rifiutando persino la Victoria Cross che il Re stava per consegnargli come ringraziamento per i suoi servigi in guerra.
Ripercorrere, oggi, il deserto del Wadi Rum può, quindi, portare a scoprire un miraggio ma, anche, un pezzetto di storia reale e un uomo che, molto più di altri, fu coerente con se stesso e le promesse fatte ai suoi amici e alleati.
venerdì, 3 marzo 2023
In copertina e nel pezzo: Foto del Wadi Rum e dei suoi castelli di Simona M. Frigerio e Luciano Uggè (vietata la riproduzione)