
Non esiste Liberazione senza Verità e Giustizia
di Simona Maria Frigerio
Pisa, sabato 12 aprile si tiene un Convegno , moderato da Alessandro Luzzi, a cui partecipano (di persona e in collegamento) avvocati e medici che continuano a cercare di far luce su quanto accaduto durante il periodo pandemico da punti di vista diversi.
Si parte da un’analisi della Sentenza della Corte Costituzionale italiana del dicembre 2022, che ha avallato le scelte del Governo italiano (ossia la legittimità dello stato emergenziale e dell’obbligo vaccinale per evitare il contagio e salvaguardare la salute della popolazione), quando nessuna Agenzia governativa (statunitense o europea) e nemmeno la Pfizer (di fronte al Parlamento Europeo) hanno mai rivendicato un’efficacia immunizzante dei cosiddetti vaccini a mRNA. Indi per cui, come è stato possibile comprimere le libertà individuali in favore di un ‘bene collettivo’, in primis, senza un’assunzione di responsabilità del Parlamento per quanto riguarda lo stato di emergenza? E senza prove scientifiche, a seguire, che i succitati vaccini avessero la capacità di interrompere il contagio (1)? Noi continuiamo a chiedercelo.
L’avvocata Manola Bozzelli, vice presidente di Arbitrium (2), ha ricordato che è necessario per qualsiasi farmaco o vaccino rispondere a due parametri: appropriatezza prescrittiva e sicurezza. Per far ciò occorre prevedere studi di cancerogenicità, genotossicità e teratogenicità (ovvero, che provino di non causare uno sviluppo anomalo di uno o più organi del feto). Tutti questi studi sono ancora più indispensabili quando si utilizzino eccipienti di nuova formulazione – come nel caso del prodotto commercializzato dalla Pfizer. Inoltre, l’avvocata ha ricordato che AIFA (secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 24 Aprile 2006, n° 219) ha autorizzato (per uso emergenziale) COMIRNATY (Pfizer SpA), VAXZEVRIA (AstraZeneca SpA), e i vaccini Covid-19 di Moderna SpA e Jansenn SpA, per “l’immunizzazione attiva per la prevenzione della Covid-19, malattia causata dal SARS-CoV-2” – quando l’infezione da Sars-Cov-2 sappiamo non essere sinonimo di malattia Covid-19. Come lo sappiamo? Semplicemente constatando il numero degli asintomatici o dei cosiddetti pauci-sintomatici positivi ai test.
Ma un vaccino non dovrebbe immunizzare, ossia interrompere il contagio, mentre è il farmaco che agisce sulla malattia? E tutti gli obblighi vaccinali non erano finalizzati a impedire la trasmissione virale?
La dottoressa Loretta Bolgan (in collegamento) ha ribadito proprio questo punto: già dai primi esperimenti sugli animali si notava che questi vaccini non erano immunizzanti. Potremmo definirli vaccini imperfetti. Così come non sono stati fatti test su tali prodotti se, in caso di infezione, avrebbero potuto causare un potenziamento della malattia – ovvero un effetto denominato ADE, potenziamento anticorpo-dipendente (3). Il rischio, al contrario, è aver aperto le porte ai finanziamenti, alla produzione e all’uso, in futuro, di farmaci a base genica che possono agire sul Dna e, quindi, possono avere ricadute anche su patologie pre-esistenti, come malattie autoimmuni e tumorali.
Il dottor Alberto Donzelli (in collegamento, 4) ha ricordato che i dati dimostrano come le persone anziane, dopo 8/9 mesi dalla seconda dose, perdevano la protezione contro lo sviluppo della malattia Covid-19 – risultando addirittura meno protetti dei non vaccinati. Dalla variante Delta, in poi, i vaccinati si infettavano e infettavano addirittura di più dei non vaccinati. Inoltre, le chiusure protratte in Italia (non solo nel 2020, ma anche nel 2021 e 2022) non hanno significato una minore mortalità rispetto a Paesi che hanno fatto scelte meno draconiane a livello di lockdown. L’eccesso di mortalità in Italia andrebbe anche imputato a fattori diversi, quali la scelta di ‘curare’ solo con il paracetamolo (che, tra l’altro, abbassa la febbre, la quale avrebbe una funzione di reazione naturale a un’infezione) e vigile attesa; l’uso estensivo e protratto della mascherina; la mancanza di cure anti-trombotiche; un aumento nell’uso di alcool e antidepressivi o ansiolitici a causa dello stress del lockdown o del terrore diffuso dai media; l’uso di oppiacei e midazolam in malati che presentavano già difficoltà respiratorie (5). Risulterebbe altresì, da uno studio in 140 Paesi, un aumento della percentuale di mortalità proporzionale all’aumento percentuale delle vaccinazioni.
L’avvocata Valeria Panetta, presidente di Arbitrium (2), ha ricordato come Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, non bloccò i vaccini bensì le indagini sugli stessi (quando si notarono i primi casi di effetti avversi gravi e decessi forse correlati agli inoculi); mentre la farmacovigilanza, essendo quasi esclusivamente passiva, avrebbe ridotto il numero di segnalazioni. Panetta ha ricordato altresì che, nel momento in cui si è evidenziato che nessun farmaco poteva prevenire la trasmissione del virus Sars-Cov-2, questo non ha modificato l’obbligo vaccinale, ad esempio, per i sanitari – che era stato giustificato dalla presunta capacità immunizzante dei prodotti in quel momento somministrati. Infine, ha ricordato come la prescrizione di un farmaco off-label è legale e prevista dalle linee guida solo nel caso ci sia un malato, che non può essere curato altrimenti perché non esiste alcun farmaco ad hoc già approvato, mentre il vaccino – essendo inoculato ai sani – non avrebbe dovuto essere somministrato sotto tale ‘cappello’.
In chiusura di Convegno Antonio Porto, segretario generale nazionale O.S.A. Polizia, che ha aperto il suo intervento con una battuta, ossia che gli risultò un po’ strano, fin da subito, che un virus uscisse solo a certi orari (ricordiamo i divieti di lasciare le nostre abitazioni dopo le 22.00). Il secondo dubbio è sorto a Porto quando ai poliziotti è stato concesso di rimanere fianco a fianco in auto o negli uffici e negli alloggi, ma non in mensa (vietata ai non vaccinata). In seguito, la vaccinazione è stata imposta alle forze dell’ordine come ‘dovere morale’ – questa specie di diktat si è trasformato nel contenuto critico allo stesso del primo documento di O.S.A. Polizia. Porto ha poi ricordato la questione del consenso informato: dato che i vaccini erano ancora in fase sperimentale, oltre a contenere sostanze non per uso farmacologico (quale l’eccipiente ALC-0315 utilizzato nel vaccino di Pfizer), come sarebbe stato possibile per il comune cittadino assumersi tale responsabilità, ossia dare un consenso consapevole, libero e informato? Porto ha altresì ricordato i risultati delle analisi del dottor Segalla (di cui abbiamo già scritto, 6). E infine ha fatto presente che, come poliziotto, insieme ad altri, sta oggi investigando sul contenuto e sugli effetti avversi del vaccino della Pfizer, e sulla conoscenza della Casa farmaceutica (ed eventuali altri) di tali effetti e delle possibilità di decesso. Le indagini ha assicurato che continueranno.

Dei tanti temi affrontati, tutti interessanti, uno è rimasto a margine. Ossia l’origine del Sars-Cov-2. Se come ha evidenziato la Commissione d’Inchiesta Us (7), nel 2018 il National Institute of Health e il DARPA (segmento del Dipartimento della Difesa statunitense) avevano intenzione di creare un virus con le caratteristiche del SARS-CoV-2, finanziando per tale ricerca l’Wuhan Institute of Virology, ci si può attendere solo un insabbiamento. Infatti come giustificherebbero i governi statunitense e cinese al proprio elettorato il fatto che, al di là della presunta inimicizia o competizione geo-strategica ed economica sino-statunitense, la Repubblica Popolare Cinese avrebbe permesso che, sul proprio territorio, si sviluppassero quelle che, a tutti gli effetti, possono considerarsi armi biologiche – lavorando sul gain-of-function di virus corona? A questo punto, avrebbero ragione i russi quando accusano gli States di avere avuto propri laboratori per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina? Di sicuro il tenente generale Kirillov – che investigava su tali accuse – è stato ucciso (8). Come può un segmento del dipartimento della difesa di uno Stato affidare una tale ricerca a un altro Paese, considerato oltretutto ‘nemico’ e contro il quale si schierano i missili NASAMS sull’isola di Taiwan e, addirittura, si sta costruendo una nuova alleanza atlantica nel Pacifico, denominata Aukus? E d’altro canto, i membri del Partito comunista cinese sapevano cosa rischiava la popolazione di Wuhan nel caso di una fuga del virus? E se/quando l’hanno saputo, sono intervenuti con l’Oms per allertare immediatamente la popolazione mondiale o, al contrario, per posticipare la dichiarazione di emergenza (9)? Se dopo 45 anni non siamo nemmeno certi su quanto successe nei nostri cieli, che causò la strage di Ustica, pensiamo davvero che due super-potenze quali la Cina e gli Stati Uniti potrebbero rivelare al mondo un simile affair?
Questo Settimanale non intende fare fantapolitica né assecondare ideologie complottiste, ma continuerà a cercare la verità – almeno affinché quanto accaduto non si ripeta.
(1) https://www.altalex.com/documents/news/2022/12/24/legittimita-costituzionale-obbligo-vaccinale
(4) https://www.cmsindipendente.it/
(5) https://www.radioradio.it/2024/10/dott-donzelli-mostra-i-dati-in-commissione-covid/
(6) https://www.inthenet.eu/2024/12/27/bare-e-nanoparticelle/
(7) https://www.inthenet.eu/2024/12/20/gli-us-pubblicano-520-pagine-critiche-rispetto-alla-gestione-della-pandemia/
(8) https://www.inthenet.eu/2024/03/15/bioarmi-la-posizione-russa-prima-parte/
e
https://www.inthenet.eu/2024/03/22/bioarmi-la-posizione-russa-seconda-parte/
(9) Ricordiamo che il dottor Li Wenliang, un oculista che lavorava a Wuhan, è stato tra i primi a riconoscere i pericoli della polmonite causata dal SARS-CoV-2 e sembra abbia avvertito la comunità medica cinese già il 30 dicembre 2019. La sua azione pare non fu gradita alle autorità cinesi. Nel gennaio 2020, Wenliang è deceduto, a soli 34 anni, di polmonite
venerdì, 25 aprile 2025
In copertina (e nel pezzo): La locandina del Convegno